I tempi e i luoghi della Giustizia: discutiamone con l’Organismo Congressuale Forense

Venerdì 05 luglio, in una calda ed assolata mattina, l’Ufficio di Coordinamento dell’Organismo Congressuale Forense, nell’ambito del più ampio programma di contatti sul territorio, ha incontrato i delegati congressuali (a dire il vero, presenti in pochi) e le Associazioni Forensi del territorio (presenti anch’esse in numero molto limitato).

Il Coordinatore Malinconico, peraltro in linea e piena condivisione con l’intero Ufficio di Coordinamento, ha ribadito che è preciso intendimento privilegiare il confronto diretto con i Colleghi sul territorio per approfondirne la conoscenza e, per sottolineare lo spirito di servizio che anima l’attuale coordinamento.

Lo stesso, in via preliminare, ha fatto espresso riferimento alla mancata comprensione – da parte di taluni Colleghi – della necessità di convocare la sessione straordinaria del 34° Congresso Nazionale della Avvocatura, tenutasi a Roma nei giorni 5 e 6 Aprile 2019.

Ha fatto gli onori di casa l’avv. Giovanni Stefanì, Presidente CoA Bari e componente Ufficio di Coordinamento Ocf. I lavori condotti dal Presidente si sono svolti all’insegna della massima trasparenza e condivisione, in totale assenza di polemica tra le parti.

Interessanti gli spunti di riflessione offerti dal Nostro avv. Manuel Virgintino, Consigliere CNF eletto nel Distretto della Corte d’Appello di Bari. Doppio mandato, applicazione dei deliberati congressuali, dialogo e condizione economica dell’avvocatura, questi sono stati alcuni dei temi sviluppati nel corso dell’incontro.

Il Delegato CNF Manuel Virgintino, a riprova del fatto che il sistema Giustizia (in tutte le sue sfaccettature) è, ormai, in crisi (anche alla luce delle vicende riguardanti i vertici del CSM), ha posto l’accento sulla necessità di porre rimedio ad una situazione non più senza ritorno, procedendo ad una sorta di “presa d’atto” di ciò che è accaduto (sentenza delle SS. UU. della Corte di Cassazione del Dicembre ’18 e sentenza della Corte Costituzionale del Giugno ’19).

Egli stesso ha posto una domanda a cui non si è potuto (voluto) dare una risposta: dopo il terremoto che stanno vivendo tutte le Istituzioni della Giustizia (ed, in particolare, la nostra Istituzione) è necessario convocare una ulteriore sessione straordinaria del Congresso, proprio perché la Avvocatura ha necessità di discutere dei suoi cambiamenti?

Ha fornito il proprio contributo alla discussione il (nostro) avv. Nicola Zanni, Presidente dell’Associazione Futuro@Forense, nonché Consigliere CoA, il quale – pur rimarcando la sua (nota) contrarietà all’OCF quale sistema rappresentativo del Congresso (e non della Avvocatura in tutte le sue sfaccettature), ha evidenziato, in linea con quanto affermato dall’avv. Virgintino, che il problema “doppio mandato” esiste e non è più eludibile.

In argomento è doveroso precisare che l’Associazione Futuro@Forense, con riferimento alla “questione del doppio mandato”, ha ritenuto legittima la candidatura e la conseguente elezione dell’avv. Giovanni Stefanì alla Presidenza del CoA di Bari, stante la peculiarità del caso Bari (situazione dovuta al periodo in cui il CoA di Bari è stato commissariato, a causa della declaratoria di nullità delle elezioni svoltesi nel Marzo 2015).

Il nostro Presidente Zanni, inoltre, ha chiesto un deciso intervento da parte dell’OCF in ordine alla revisione del sistema “formazione continua degli Avvocati” che, in continuità con la legge 247/12 (legge professionale), rappresenta una stortura che deve trovare una migliore scrittura, in uno alla Legge Professionale.

Piccola annotazione, a margine di una proficua ed intensa mattinata di lavori, è l’amara constatazione che solo alcuni dei delegati al Congresso hanno ritenuto di colloquiare con l’organismo politico dell’avvocatura;

Erano presenti, infine, poche Associazioni forensi locali, alcune delle quali – sempre pronte a dar vita a guerre di principio – ieri sono rimaste silenti ed in attesa del naturale scorrere del tempo, quasi a conferma della strumentalità di talune iniziative poste in essere solo per compiacere parte di un elettorato ormai disgregato.

Michele Rubino

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