Cassa Forense e le presunte fake news

Riporto testualmente una parte di un pezzo dell’avvertimento pubblicato sulla pagina Facebook di Cassa Forense, il 9 ottobre 2019 alle 12.28, come diffusa sulle varie pagine del predetto social: “Con sempre maggior frequenza vengono pubblicati sui social (e su Facebook in particolare) post relativi al sistema previdenziale forense contenenti inesattezze, SPESSO GROSSOLANE, che potrebbero lasciare il tempo che trovano se non fosse che ingenerano equivoci e destano preoccupazioni tra gli iscritti. Per questa ragione #Cassa Forense si trova costretta ad assumere iniziative a tutela dell’Ente e dei propri iscritti, DIFFIDANDO coloro che pubblicano notizie false alla immediata rimozione dei testi inveritieri e con riserva di agire per il RISARCIMENTO DEL DANNO” (il corsivo è ovviamente il mio).

Il tutto sembrerebbe partire da un articolo di stampa, curato dalla Collega Daniela Nazzaro del Foro di Roma, pubblicato sui social, in cui viene data voce ad un Collega il quale – dopo migliaia di euro versati a Cassa Forense (per fini contribuitivi) – se ne vedrà restituiti pochi al mese, a titolo di pensione.

A prescindere dal fatto del Collega in sé, e conoscendo la professionalità della Collega Daniela Nazzaro (cui va la mia stima ed amicizia), mi colpisce l’avvertimento “social” di Cassa Forense, piena di volontarie omissioni e sintomatica di una paura di quello che, in gergo da caserma, verrebbe definito “sputtanamento”.

Lo so, il termine potrebbe sembrare “indecoroso”, siamo avvocati e certe cose, anche se si pensano, non si dicono. La Enciclopedia Treccani, con particolare riferimento al verbo da cui deriva il sostantivo de quo, scrive “1. Dire male di una persona, andarne a riferire ad altri colpe e difetti reali o immaginarî, per sminuirla nella stima e nella considerazione altrui: se non la smette di sputtanarmi con tutti, la piglio a schiaffimi ha sputtanato di fronte agli amici2. Compromettere, far perdere la stima e la reputazione: è qualcuno che fa tante promesse e non ne mantiene nessuna: e questo l’ha sputtanato con tutti3. Sperperare, dilapidare: ha sputtanato il patrimonio familiare nelle case da gioco; anche intr. pron.: si è sputtanato tutti i risparmî in pochi mesi4. intr. pron. Perdere la stima degli altri, rovinarsi la reputazione, screditarsi: ormai si è sputtanato definitivamentese continui a mancare di parola, ti sputtanerai con tutti.).

Dunque, il termine sarà pure volgare, ma è molto efficace e rende l’idea della valenza negativa che certe affermazioni possono avere, ed hanno, laddove propalate.

Mi colpisce la volontà criptica degli autori del post di Cassa Forense, in parte qua.

Una premessa è d’uopo: il post del 9 ottobre (non firmato) a questo punto dovrebbe essere ricondotto al Presidente Nunzio Luciano e, se così non fosse, il Presidente dovrebbe prendere posizione e smentire l’autore del post (magari indicandone il nome: sarebbe bello). Se, invece, così fosse dispiace molto che si arrivi alle minacce di azioni (penali, civili e disciplinari).

Sempre nello stesso post si parla poi di “maggiore frequenza”. Maggiore frequenza? E quando sono stati pubblicati così tanti post che “ingenerano equivoci e destano preoccupazioni tra gli iscritti”? Io, in tutta onestà, non ne ho letti ma capisco la difficoltà vissuta da Cassa Forense nel voler difendere la propria immagine rispetto a legittime recriminazioni e critiche degli iscritti, queste sì sempre in crescendo. Si vogliono forse lapidare tutti quei colleghi che, ad esempio, sono sobbalzati dalla sedia, alla lettura dei nominativi dei Delegati che hanno approvato l’aumento delle prebende agli apicali di Cassa Forense, in passato? Allora, mi auto–denunzio: fra questi ci sono anche io (ed il Delegato di Cassa Forense di Bari, Giovanni Schiavoni, ne è testimone, avendo avuto con lui uno scambio serrato di opinioni al riguardo, subito dopo la pubblicazione dei ridetti dati, nel 2017).

Un’altra domanda mi sorge spontanea: prima di agire in giudizio, si fa il pari e dispari con un paio di articoli della Costituzione: l’art. 21, a tutela della libertà di critica, ad esempio. Non voglio fare il professore, anche perché, dinanzi a me, ho avvocati di esperienza di lungo corso e provetti i quali, sicuramente, sanno bene che il diritto di critica e/o di cronaca e/o, finanche, di satira deve soggiacere a certi rigidi criteri (principio di verità, principio di continenza, principio di utilità sociale). Ed allora, immagino che – ogni qualvolta viene querelato un collega o lo si fa sottoporre a procedimento disciplinare – lo si faccia perché sono oggettivamente riscontrabili elementi illeciti nella sua condotta.

Se così non fosse, potrei pensare a male, ad esempio, che si citi un collega in giudizio per evitare che continui ad esercitare la libertà di pensiero e di critica. Un mio amico giornalista, tempo fa, mi parlò di “querele preventive” … potrebbero essere questi, i casi? E ancora: quali sono le notizie che il post di Cassa Forense definisce “inveritiere” (brutto termine che il pc segna in rosso… forse perché obsoleto e poco adeguato ai tempi)? Può dirsi “inveritiera”, ad esempio, la notizia del bando che scade il 24 ottobre 2019 e con cui Cassa Forense intende procedere alla selezione di studi legali per l’affidamento delle attività di assistenza e consulenza legale stragiudiziale specialistica, prevedendo che possano partecipare alla gara i singoli professionisti (anche in raggruppamento) che hanno “un fatturato minimo di 300.000,00 euro” (art. 4, c. 2, allegato 2, capitolato per la selezione de qua)? E a questa notizia non è lecito chiedersi: se Cassa Forense conosce, in tempo reale, i dati contributivi di ogni singolo iscritto e sa quanti sono i professionisti che hanno i requisiti del bando, perché non ha proceduto con la chiamata diretta dei professionisti di cui ha bisogno, evitando il bando (scusate se ho usato il termine volgare “bando”)? E, a questo punto: c’è bisogno di paventare azioni legali a tutela della immagine di un Ente di Gestione che, a mio giudizio, dovrebbe essere rivisto e riformato (lo vado dicendo da tempo immemore, ormai)?

Così sventolate, le azioni annunciate da Cassa Forense costituiscono un deterrente a critiche, anche forti, al sistema. Questo penso. Forse mi sbaglio, forse no!

Dunque, auspico un sano e serio esame di coscienza, da parte di tutte le parti in causa.

Farebbe impressione vedere un Marchese del Grillo redivivo materializzarsi sotto altre spoglie ma nei pressi della medesima Roma papalina in cui ricade anche via Ennio Quirino Visconti… Però pare brutto sparare nel mucchio, cercando di colpire più persone. Dalle parti mie, si dice che si spara a tromba… su questo modo di dire non ho fatto ricerche sulla Treccani ma di certo gli esiti di un tale atteggiamento non sono sempre quelli sperati.

            Nicola Zanni

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