Un periodo intenso…. Un periodo inutile: e quindi dannoso.
Il ministro della giustizia incontra i presidenti degli Ordini italiani e cinguetta con Mascherin, il quale, poi, preferisce la Leopolda alle Camere Penali dove si protesta per una scellerata riforma del regime della prescrizione che nemmeno in tempi che furono si pensò di attuare…..
Il ministro della giustizia propone anche di cambiare le regole di accesso alla professione, considerando che, pensa lui, l’esame si passa per caso…..
Ministro, che dire? Speriamo non faccia danno anche lì…..
E mentre al CNF cinguettano, all’OCF non sono da meno.
Fioccano inviti al dialogo. Si organizzano costosi tour nazionali per propagandarsi e magari che servono ad appianare certe divergenze e, nel frattempo, consegnano una patente di pluralismo all’ospite ed una di importanza all’invitato.
Ad un cinguettio assomiglia anche l’astensione proclamata pomposamente (“in tutti i settori della giurisdizione”) per un solo giorno. Uno. Vai a capire!
Di fronte all’uccisione del diritto ed al vilipendio del suo cadavere OCF avrebbe dovuto insorgere prima.
Ci saremmo accontentati anche di una vera reazione dopo.
Una astensione che, già di per sé, ci lascia perplessi sulla sua efficacia, e perfino di un solo giorno. Uno.
Si sarebbe dovuta scatenare prima l’Avvocatura, invece tutti a proclamare astensioni postume, ad ostentare timide adesioni alle astensioni altrui, ma nessuno si chiede che ruolo hanno avuto, che peso i nostri rappresentanti negli avvenuti incontri prodromici alla riforma… diciamo basta al periodo di nessun colpevole tutto capita per caso.
E vabbè asteniamoci.
La sindrome del latte versato….
Apprendiamo, altrove, di essere “pletora di quisque de populo” da cui, però, emergono, in sede di divulgazione della notizia, solo tre o quattro firmatari di un ricorso, preceduti dalle parole “fra i quali”, che non ha avuto l’esito sperato dai ricorrenti.
La questione del doppio mandato resta relegata in una sorta di limbo; non se ne parla; l’ordine di scuderia è di ignorarla e di ignorare chi ne fa anche solo cenno ed anzi inventare eventi, clamorosi, dispendiosi (coi denari dei “quisque de popolo”) per distrarre l’attenzione e mostrare una finta e vacua operosità.
La ignora anche il Ministro, nonostante la richiesta di commissariamento del CNF.
Nonostante, invece, sia suo preciso dovere esitarla a prescindere dalle pronunce giurisprudenziali che si attendono.
La morte di un potere di vigilanza…
Cassa Forense minaccia querele a chi la critica.
Capiremmo, ma non condividiamo, la diffida ad personam, fondata o meno. Ma quella “per pubblici proclami” è una vera e propria inaccettabile minaccia e serio attentato alla libertà di opinione.
Non ci facciamo intimorire dagli attentati alla civiltà, alla libertà ed all’indipendenza ed autorevolezza della nostra Professione: anzi più aumenta la veemenza, più alzano il livello dello scontro e più ci ritroviamo uniti a combattere quando una battaglia è sostegno della scelta di una vita che è la dignità della nostra Professione, del suo intrinseco significato e contenuto sociale e politico.
Nel frattempo, i poveri mortali, quelli che non siedono nell’Olimpo, fanno i conti con quello che il ministro della giustizia non fa, con quello di cui all’OCF non si parla.
La mancanza di Magistrati, così come di Cancellieri, con la mancanza di mezzi, con ruoli sempre più saturi e rinvii a due anni, ed in particolare come in Gallura dove gli avvocati di astengono ad oltranza dimenticati da (quasi) tutti: eh sì: lo spirito di Colleganza altra questione da approfondire.
Al CNAF non ci interessa cinguettare.
Vogliamo l’abolizione dell’articolo 21 e la riforma degli artt. 22, 41 e 46 della legge professionale.
Vogliamo l’eliminazione dell’equo scompenso ed il ripristino dei minimi tariffari obbligatori per tutti, anche per la P.A..
Vogliamo una Cassa Forense equa, con i minimi obbligatori legati al reddito.
Vogliamo essere pagati dignitosamente dallo Stato quando patrociniamo per i non abbienti.
Vogliamo la riforma del sistema elettorale forense, con una rappresentanza realmente rappresentativa ed espressione dei “quisque de popolo”, e, soprattutto, della giurisdizione domestica in materia elettorale.
Vogliamo che dentro le istituzioni forensi vi sia massima trasparenza e che in quelle sedi possano aver voce tutti e tutti possono sentirsi a casa propria.
Vogliamo rispetto per tutta L’Avvocatura.
Avv. Luigi Maria Vitali
Presidente del Coordinamento Nazionale delle Associazioni Forensi