Il buon Davigo, quello del “chi non è dichiarato colpevole, è perché non è stata ancora scoperta la sua colpevolezza”, quello che parlava di ufficio gratuito dei GOT, quello che sembra il reale manovratore della norma regolatrice la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, quello che abusa dell’art. 21, Costituzione e, ex cathedra magistri, pontifica, ne ha detta un’altra delle sue.
Il problema non è solo lui che sproloquia e, nel pieno del suo delirio di onnipotenza, mostra sempre più un odio verso una categoria professionale.
Il problema è anche di chi, con questa gente, pensa di poter dialogare.
Far ricadere sui difensori effetti (processuali e non) che, invece, sono appannaggio degli assistiti, è il sogno nascosto (e la velleità più recondita) di tantissimi magistrati i quali vedono nei difensori, un inutile ostacolo tra l’indagine e la condanna.
Certo, poi si mettono in mezzo grandi menti (quali il Prof. Avv. Sica) che, in TV, parlano di necessità di evitare manovre dilatorie nel processo, dimenticando (o dimostrando di non conoscere) due o tre nozioni del diritto processuale penale, tipo che il rinvio chiesto dal difensore per motivi di salute o la partecipazione alle astensioni indette dalle organizzazioni di categoria comporta la sospensione dei termini di prescrizione.
Ora il Nostro dichiara che, per evitare ricorsi per Cassazione dilatori, i difensori sono solidalmente responsabili con gli assistiti.
Per quanto ci si sforzi di dimostrarsi rispettosi del disposto dell’art. 21 Costituzione, viene voglia di dire qualche parolaccia. Ma poi si farebbe peccato ed allora si tace…
Per fortuna, non si possono processare le intenzioni; altrimenti ci si potrebbe fare molto male.
Un intervento delle nostre Istituzioni sarebbe auspicabile.
Ma tra una difesa in un giudizio per la declaratoria di ineleggibilità di qualcuno e qualche disquisizione sulla costituzionalizzazione dell’Avvocato, evidentemente non ci si pensa.
Non disturbiamo il manovratore ché è in altre faccende affaccendato.
Continuiamo così. Facciamoci del male (cit.)
Nicola Zanni