Due sono state le giornate che ci hanno viste coinvolte nel laboratorio del “Liceo scientifico Amaldi” di Bitetto (Bari) al cospetto di un pubblico di adolescenti attenti, curiosi, stimolanti e partecipi. Abbiamo accolto immediatamente la richiesta pervenuta affinchè si potesse parlar loro di violenza di genere, bullismo- cyberbullismo, omofobia. La risposta affermativa è stata immediata poiché grazie alla nostra professione comprendiamo bene come la scuola (oltre la famiglia) sia la risorsa fondamentale attraverso cui educare i giovani a determinate problematiche, a trasmettere loro dei messaggi utili per il vivere sociale, a sensibilizzarli su determinate tematiche.
La prima giornata del 26 febbraio è stata dedicata alla violenza di genere. Il laboratorio è iniziato mostrando agli studenti un cortometraggio molto particolare “Piccole cose di valore non quantificabile”, nel quale vengono messe in rilievo tutte le sfaccettature e le emozioni legate ad una violenza sessuale da parte di un padre. Dalla visione del corto sono nate domande e curiosità da parte degli studenti, apparsi da subito molto sensibili al tema della violenza. I ragazzi e le ragazze hanno voluto sapere come si celebra un processo penale, la motivazione per la quale sentono parlare di “permessi premi e buona condotta” nei confronti di criminali condannati a pene severe; gli studenti hanno mostrato curiosità anche sulla questione morale, come possa, cioè, un avvocato riuscire a difendere assassini e pedofili. Sono state date risposte sincere, affatto edulcorate, nell’intento di far loro comprendere come ogni individuo ha diritto ad un giusto processo e ad essere difeso, ma che la coscienza morale non deve essere penalizzata nè messa da parte. Si è chiusa così la prima giornata, lasciando ai giovani l’idea che l’educazione al sentimento e al rispetto sono i valori primari su cui devono fondare le loro esistenze, perchè essi rappresentano, per noi adulti, il futuro di domani e che se, quindi, sapranno mettere in pratica questi concetti, avranno la possibilità di rendere il mondo migliore rispetto a quello che noi stiamo lasciando loro.
Nella seconda giornata abbiamo proiettato un cortometraggio di De Laurentis con esempi di condotte di due cyberbulli adolescenti perpetrate in danno di un loro compagno di classe che, una volta sbeffeggiato da tutto l’istituto, preso da un forte senso di vergogna, ha tentato di suicidarsi. Traendo spunto dal corto abbiamo potuto evidenziare la differenza tra il bullo e il cyberbullo, spiegare le cause che inducono al bullismo e le possibili conseguenze che ne derivano sia per il bullo che per le vittime. Soprattutto abbiamo potuto fornir loro la conoscenza dei mezzi per lottare e contrastare il bullismo e il cyberbullismo partendo dalla Direttiva Ministeriale 2007 che individuando nella scuola la risorsa fondamentale di contatto con i giovani, propone una forma di sostegno per i dirigenti scolastici, il corpo docenti e per tutto il personale tecnico esercitante la funzione educativa. Da qui le “misure disciplinari”, quindi l’allontanamento temporaneo dello studente da scuola da adottarsi in casi gravi o per ripetute infrazioni disciplinari, che hanno sia un valore sanzionatorio sia un valore educativo, con lo scopo di far comprendere al bullo lo sbaglio e come riparare il danno. Che, laddove la condotta del bullo sia stata tale da ingenerare reati e/o mettendo in pericolo l’incolumità delle persone, attraverso la denuncia, il bullo diviene imputato nel processo minorile. Si è spiegato come in materia di Cyberbullismo la L. n. 71/2017 intitolata “Disposizioni a tutela del minore per contrastare e prevenire il cyberbullismo” agli artt. 2,4, 5,7 offre gli strumenti per contrastare il fenomeno a tutela del minore offeso. Sull’omofobia abbiamo considerato quattro esempi di persone celebri nel panorama internazionale, in particolare il calciatore Ballottelli, la cantante Lady Gaga, la senatrice a vita Liliana Segre e il cantante Tiziano Ferro. Tutti loro hanno subito e continuano ancor oggi a subire discriminazione per via della appartenenza a una diversa religione, del colore della pelle, dell’aspetto fisico, della scelta sessuale. Si è citato l’art. 3 della Costituzione e si è consigliato ai ragazzi di tenerla sempre presente e di studiarla a fondo.
Alla fine possiamo candidamente sostenere che ne è nato un confronto vivace, un dialogo partecipe in tutte e due le giornate, laddove ciascun ragazzo ha potuto manifestare con serenità e con una certa consapevolezza, a volte disarmante, il proprio pensiero.
Agli studenti abbiamo lasciato tre parole fondamentali: denuncia, rispetto, fiducia e il nostro augurio è che i ragazzi del futuro riescano ad abbattere il muro del silenzio e ad avere sempre il coraggio e la forza di denunciare i comportamenti negativi, il disagio, le storture del vivere civile. E noi non possiamo che “tifare” per loro.
Maria Antonietta Labianca Maria Bruscella