“Dobbiamo imparare a non perdere tempo a piangere sulle nostre ferite, come un bambino appena caduto, ma abituarci a scacciare il dolore curandoci le ferite ed emendando i nostri errori il prima possibile” Platone
Chi ha tempo, non aspetti tempo, recita il vecchio adagio.
Questo particolare momento storico che, come tutte le cose umane, non durerà in eterno, sia da monito per tutti noi e ci serva da lezione.
Quando tutto sarà finito, ne usciremo quasi geneticamente modificati. Ed allora iniziamo sin da ora a curare le nostre ferite, pensando al domani.
Ci servirà a curare le ferite ed a non rifare, domani, gli stessi errori.
Si cominci ad occuparsi di “politica”, nel senso nobile del termine, cercando, quanto più possibile, di anteporre il noi all’io, nel solco del più profondo “spirito di corpo”.
La composizione delle questioni, la sintesi sono meglio della “lotta a prescindere”, fatta contro un nemico che, via via ed in eterno deve essere individuato, perché si è consci di non andare da nessuna parte.
Oggi questo dovremmo imparare.
In nome del bene della nostra categoria, visto che se stiamo bene noi (come categoria), stanno bene le persone vicine a noi.
Oggi questa crisi ci deve suggerire un pensiero sul se e sul perché abbiamo sbagliato, magari spingendo a riflettere sugli errori commessi.
Uno su tutti: l’aver consolidato posizioni di illegalità diffusa, nonostante leggi e Giudici, e che hanno creato enormi disparità tra persone facenti parte della stessa categoria.
Oggi abbiamo una grande opportunità, quella di “pensare il futuro”.
Perché domani non si facciano gli stessi errori commessi finora.
Nicola Zanni