L’uomo solo al comando

Mi pongo un dubbio amletico ogniqualvolta leggo di uomini che, in dispregio ad ogni regola e/o norma, si arrogano il diritto di decidere qualcosa, rigorosamente da soli, in nome di Dio e degli uomini!

Ci sono o ci fanno?

Voglio dire: credono così tanto nella incapacità di chi siede, con loro, nel consesso o, piuttosto, sono i “commensali” a dar loro la consapevolezza di essere infallibili?

Ciò che si sta assistendo in questi giorni, fa sorgere questo dubbio: ci sono o ci fanno?

Il premier Conte, con la sua pletora di decreti (e nella completa esautorazione del Parlamento e nel totale silenzio dei Ministri), è la plastica rappresentazione di quanto sto dicendo.

Ma anche a livello più basso, il parlare (a titolo personale e non a nome dei consessi presieduti, come potrebbe sembrare) a giornali e tv, fa sorgere questo dubbio.

Abbiamo avuto l’esautorazione (nei fatti) di organi collegiali, con l’uomo solo al comando.

A chi piace questa solitudine? Di certo al “comandante” che, forse ebbro di sé, si bea di questa situazione. Forse anche a chi non ha il coraggio di prendere atto che la nave sta affondando, avendo intenzione di non rinunciare al proprio spicchio di visibilità.

A me non piace, sia chiaro!

E chiedo che chi è d’accordo con questo stato di cose, lo dica chiaramente.

Lasciamo che la solitudine dell’uomo al comando lo maceri, al punto di consumarlo!

Stiamo imbarcando acqua e non dobbiamo tacere!

Ne va della nostra salute!

Nicola Zanni

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