“Ciascun dal proprio cuor l’altrui misura” (P. Metastasio)
Il termine nichilismo, nella accezione più “alta” (quella propugnata da Nietzsche, per esempio, il nichilismo attivo) non ha valenza assolutamente negativa in quanto “promuove e accelera il processo di distruzione degli ideali tradizionali, per rendere possibile l’affermazione di nuovi valori” (da internet).
Dunque il nichilismo è un valore, laddove le azioni mirate alla distruzione di certi dogmi e di certe strutture siano finalizzate a sostituire un certo status (o ad abbattere certi miti e/o credenze) con uno status nuovo e, comunque, altrettanto certo. In pratica, questa attività distruttiva presuppone un programma alternativo, credibile e – soprattutto – concreto.
La citazione internettiana è d’uopo perché è la più semplice da scoprire, dopo una rapidissima ricerca sul web, ed è facilmente accessibile a tutti (anche a quelli che, per pigrizia o per indolenza, preferiscono la velocità di Google alla lentezza di una ricerca sul dizionario, retaggio di una certa cultura che, nel corso del tempo, ha lasciato spazio alla tecnologia).
Le menzionate premesse si sono rese necessarie in quanto è opportuno fare alcune considerazioni e valutazioni politiche sulla nostra situazione attuale che rappresenta, né più né meno, uno spaccato della situazione generale. In fondo, anche la politica forense è uno spaccato della politica “normale”, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti.
Già da tempo, si sta assistendo a fenomeni di “critica al sistema”, il più delle volte fondate su studi, esami, relazioni, valutazioni, critiche effettuati da Colleghi che sanno bene di cosa parlano e che, sempre il più delle volte, costituiscono il substrato per superficiali considerazioni da parte di chi, per pigrizia o per indolenza (o, molto spesso, per comodità), vuole costruire il tutto a misura sua.
Tempo fa, durante un convegno di presentazione dei candidati alla carica di Delegato di Cassa Forense 2019 – 2022, nel settembre 2018, una candidata (dimostrando di essere a digiuno delle basi della materia per cui si era candidata) disse candidamente “se non avete nulla da perdere, non pagate; tanto Cassa non potrà farvi nulla. La suddetta candidata, ovviamente, non fu eletta ma dette la misura esatta del comune pensiero “se esistono delle regole e non hai nulla da perdere, non preoccuparti; non ti succederà nulla”.
Oggi, impera, in qualcuno (pochi, per la verità), una volontà nichilista – quasi iconoclasta del potere, che è da abbattere a prescindere… e la Cassa ne è uno splendido esempio.
Che il nostro sistema previdenziale sia da rivedere, è evidente; così come è altrettanto evidente che, tante volte, gli sforzi fatti per far comprendere i concetti e le ragioni delle critiche non siano concretamente recepiti, sfociando nel classico “Cosa vuoi fare nella vita? Il casino”.
Al netto di ogni altra considerazione, se non si riesce a cambiare la realtà, capendo ciò che si sta dicendo o facendo e limitandosi a ripetere, in modo mnemonico e acritico, ciò che si è voluto imparare, allora non si andrà da nessuna parte.
Uno dei compiti affidati agli Avvocati è quello di portare al Giudice le istanza dei propri assistiti, facendo in modo che queste istanze siano facilmente intellegibili a chi le deve ascoltare.
Riusciamo a trasporre questo concetto semplicissimo, nella politica forense?
Riusciamo a comprendere ciò che ascoltiamo ed a costruire una critica in merito? O dobbiamo, piuttosto, limitarci ad ascoltare i concetti propalati ed a seguire il pastore, a mo’ di gregge sui pascoli?
Nicola Zanni