Da quando è arrivato nelle nostre vite il COVID – 19 tutto è cambiato: è cambiato il modo di salutarci, è cambiato il modo di stare insieme, è cambiato il modo di manifestare i nostri sentimenti (niente più abbracci e niente più baci), è cambiato il modo di fare udienza, di fare le riunioni e di fare le lezioni, perché – purtroppo, e non si sa ancora per quanto ancora – il Corona Virus è tra noi.
Una infatti delle nuove regole del vivere comune è quella di STARE AD ALMENO UN METRO DI DISTANZA gli uni dagli altri e, se questo non è possibile, dobbiamo indossare la mascherina.
Orbene, questa regola del vivere comune non vale tuttavia sempre e in tutti gli ambiti, perché nell’ambito istituzionale la regola – ora forse più che mai – deve essere STARE A MENO DI UN METRO DI DISTANZA!
Ed invece si assiste ad una serie di comportamenti da parte di coloro che rivestono cariche istituzionali che denotano di fatto il voler tenere davvero le distanze.
Si fanno scelte politiche a vari livelli (politica locale, politica nazionale ed anche di politica forense) che sembrano prendere alla lettera la regola dello STARE AD ALMENO UN METRO DI DISTANZA, dato che quelle scelte e quei comportamenti manifestano di fatto scarsa vicinanza verso coloro a cui sono destinati.
Tale “distanza” si manifesta anche nel non occuparsi delle questioni di cui si è investiti a livello istituzionale in tempi ragionevoli. Certo si potrebbe dire che il concetto di “tempo ragionevole” sia relativo, tuttavia a parere di chi scrive un tempo ragionevole è qualche giorno e non qualche mese.
Certamente il COVID 19 ha rallentato la macchina, ma di certo non la può e non la deve fermare, perché si è arrivati al punto che dopo il COVID 19 ci sono le vacanze estive e, quindi, quale migliore occasione se non quella di rinviare tutto a settembre?
Io non ci sto!
NOI CI SIAMO!
Eugenia Acquafredda