In questi giorni, abbiamo avuto la conferma di ciò che si mugugnava già da marzo 2020: gli avvocati sono considerati, da parte di alcuni cancellieri, degli untori. In pratica, se il Covid 19 – per una malaugurata congiunzione astrale – dovesse entrare nei Palazzi di Giustizia, la colpa è sicuramente degli avvocati.
Tuttavia è di oggi 12 ottobre 2020 la notizia che gli avvocati sono da considerarsi anche ospiti dei Palazzi di Giustizia perché agli stessi viene quotidianamente concessa la facoltà di accedervi e di usufruire dei servizi interni, come ad esempio i bar.
Allo stesso tempo, oggi 12 ottobre 2020 abbiamo scoperto che i tornelli posti all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Piazza de Nicola (ed, in particolare, quello riservato ai dipendenti, ai Magistrati ed agli Avvocati che hanno udienza) devono essere a totale appannaggio dei soli dipendenti.
Tale magnifica scoperta è stata fatta da due avvocati alle ore 09.00, i quali, pur avendo sempre utilizzato quell’ingresso, oggi sono stati malamente scavalcati da uno di questi dipendenti che, incurante della fila che si era formata dinanzi ai termo scanner e rivendicando l’utilizzo esclusivo di quell’accesso, alle rimostranze dei vari avvocati e cancellieri in attesa rispettosa del proprio turno, urlava di avere fretta, dovendo timbrare il cartellino.
Per giustificare tale comportamento al limite del maleducato, il nostro eroe dichiarava di dover lavorare (come se egli soltanto dovesse farlo), aggiungendo (alla rimostranza un po’ colorita di un avvocato, frequentatore “saltuario” del Palazzo) che gli Avvocati sono ospiti a questo punto, evidentemente, non graditi.
Oggi 12 ottobre 2020 abbiamo avuto, pertanto, la conferma che gli avvocati sono untori e, allo stesso tempo, ospiti e che i veri padroni di casa sono coloro i quali devono timbrare il cartellino.
A questo punto è legittima una domanda: se uno è padrone di casa, quale necessità ha di timbrare il cartellino? Appare evidente che anche i timbratori sono degli ospiti al pari degli avvocati, pur essendo pagati dallo Stato.
Morale: fino a quando non capiremo tutti che ciascuno – per le proprie funzioni – è parte di un sistema e che il sistema funziona solo se tutti svolgono il proprio ruolo, dando il giusto peso al ruolo degli altri operatori di Giustizia, non si andrà da nessuna parte.
Noi ci siamo!
Eugenia Acquafredda