Un uomo può passare alla storia – o essere ricordato da chi lo ha conosciuto se non è salito ai ranghi della storia – sia per aver agito in modo coerente e apprezzabile, così come era dovuto per via della posizione e del ruolo ricoperto in un momento della sua vita, oppure, al contrario, una persona può essere ricordata dai pochi o tanti che l’hanno conosciuta per essere stata inadeguata rispetto a quanto dalla stessa ci si attendeva stante il ruolo ricoperto in un dato momento della vita anche professionale.
Esempio emblematico della storia è stato il prefetto di Roma e procuratore del suo imperatore, Ponzio Pilato, allorché nell’anno 33 D.C. processò e condannò a morte Gesù di Nazareth.
Egli, infatti, agì in modo da essere relegato nella categoria di quelli venuti meno rispetto alla dignità del ruolo ricoperto e sarà sempre ricordato per il gesto di chi “si lava le mani” dei problemi per paura e / o incapacità di affrontarli o, cosa ancora più grave, di volerli e doverli affrontare.
Ciò non meraviglia particolarmente, giacché, nella storia dell’umanità, è molto lunga la lista dei nomi di coloro che hanno tradito la fiducia che in loro si riponeva compiendo di fatto il gesto di lavarsi le mani. Anche nelle nostre istituzioni e a più livelli si assiste a fenomeni molto simili. La storia dunque si ripete!
Basta lavarsi le mani, mi verrebbe da dire! Si ha infatti il sospetto che le persone “non sappiano più prendere decisioni” o che “non vogliano più prendere decisioni” ma che “non vogliano rinunciare al ruolo o all’incarico ricoperto”.
Sempre più spesso, infatti, si incontrano persone che, pur ricoprendo ruoli di responsabilità, e pur forgiandosi della etichetta di capo di qualcosa, continuano a compiere errori a volte grossolani ovvero continuano a non prendere decisioni perché magari fa più comodo.
Il che non è esattamente una cosa da prendere alla leggera, visto che la qualità delle decisioni che prendiamo – o che non prendiamo – determina la qualità della nostra vita e del ruolo che si è ricoperto e per cui era ed è richiesto assumere delle decisioni!
A volte si preferisce trascinarsi per molto tempo un problema e questo significa che non solo non si sono ancora prese delle decisioni, ma che forse in realtà non si vogliono prenderle.
Decidere, anche sbagliando, è comunque sempre meglio che non decidere!
Di solito, quando non si prende una decisione – noi avvocati lo dovremmo sapere bene – è perché si è frenati dalla paura di sbagliare (o di essere giudicati dagli altri) e questo è veramente il peggiore degli errori che si possa commettere specie se si pensa di poter e dover tutelare gli interessi del cliente o dell’ufficio che si ricopre.
Infatti anche se si è assunta la decisione sbagliata si sarà fatta comunque dell’esperienza, imparando qualcosa di nuovo e magari come comportarti in maniera diversa in futuro.
Umiltà vorrebbe che ci si confronti prima con chi magari ha più esperienza di te invece di assumere delle decisioni o non assumerle proprio specie se queste possono avere effetti sugli altri o se possono riguardare di riflesso la tua capacità ed idoneità di ricoprire ancora quel ruolo di capo che ti è stato affidato.
Diversamente, quando non prendi alcuna decisione, inconsciamente speri che il problema si risolva da solo… pessima scelta anche questa!
Perché ogni volta che non decidi, il messaggio che mandi a te stesso è:“non mi sono preso le mie responsabilità, non sono stato capace di decidere” ma speriamo che me la cavo”.
Molto spesso poi c’è il problema di aver preso troppo tardi quella decisione.
Alcune decisioni, infatti, vanno assunte con tempestività e mai delegare qualcun altro (specie se si è atteso tanto tempo per prenderla o se si è preferito non confrontarsi con nessuno), perché si cerca in questo modo di deresponsabilizzarsi.
La mentalità corretta, non è quella di lavarsene le mani e di sperare che qualcun altro si prenda la responsabilità al tuo posto. La scelta invece deve essere proprio quella di scegliere!
Avere una posizione di potere significa avere grandi responsabilità. Un aspetto che rileva in certi contesti è la mancanza proprio di responsabilità del capo ovvero l’incapacità di prendere decisioni. Essere, pertanto, poco intraprendenti o essere titubanti oppure nascondersi dietro altre persone per restare in una comfort zone ed evitare rischi porta alla paralisi del lavoro e a conseguenze anche sul piano della qualità e della efficienza di un sistema.
Basta lavarsi le mani come Ponzio Pilato. Se non si vogliono assumere decisioni basta fare un passo indietro perché se si vuole stare a capo di qualcosa si devono assumere oneri ed onori e non fare solo quelle che ci fa comodo. Questo non è permesso e non deve essere permesso.
Evidentemente alcuni hanno assunto alla lettera il brocardo di “lavarsi spesso le mani” che è stato diffuso negli ultimi mesi in merito alle abitudini igieniche per limitare la trasmissione del Virus.
Non prendiamo dunque tutto alla lettera perché magari ci fa comodo!
Noi ci siamo!
Eugenia Acquafredda