La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia – purtroppo – le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo.
Nell’accezione comune questa data viene ricordata come Festa della donna anche se sarebbe più corretto parlare di Giornata Internazionale della donna, poiché la motivazione non è la festa ma la riflessione.
Questa giornata è, infatti, dedicata al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile, ma anche su quanta strada ci sia ancora da fare!
La storia della festa delle donne risale ai primi del Novecento. Per molti anni l’origine dell’8 marzo si è fatta risalire a una tragedia accaduta nel 1908 che avrebbe avuto come protagoniste le operaie di una industria tessile di New York rimaste uccise in un incendio.
I fatti tuttavia che hanno realmente portato all’istituzione della festa della donna sono in realtà più legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto di voto.
Inoltre è stata introdotta la mimosa come simbolo di questa giornata. Questo fiore fu scelto perchè di stagione, poco costoso, perché fiorisce proprio tra febbraio e marzo e tutto il resto dell’anno non è possibile godere del suo profumo quasi a sottolineare che, chiusa la parentesi dell’8 marzo, si torna alla “normalità” come se si fosse trattato di una breve parentesi e noi piuttosto di un momento di riflessione e di crescita sociale e culturale.
Oggi, tuttavia, la festa della donna ha perso un po’ – anzi molto – il suo valore iniziale.
Da un lato, mentre ci sono organizzazioni femminili che continuano a cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi di varia natura che riguardano il sesso femminile – come la violenza contro le donne e il divario salariale rispetto agli uomini – dall’altra, molte donne purtroppo considerano questa giornata come l’occasione per uscire da sole con le amiche, lasciando mariti, compagni e figli a casa e concedersi qualche “sfizio e svago” che magari in altre serate non sarebbe loro permesso concedersi.
Da due anni a questa parte, ma quest’anno molto più che nel 2020, “fortunatamente” e lo scrivo volutamente tra virgolette, c’è il Covid che impedirà a questo stuolo di donne di cercare per un giorno quella evasione che tutto il resto dell’anno non hanno e quella “libertà” di cui non godono tutti gli altri giorni dell’anno.
Mi rattrista pensare che si ripongano in questo giorno delle aspettative e delle speranze che invece dovrebbero essere il motore della vita di noi donne tutti i giorni.
L’auspicio di chi scrive è che, invece, attraverso questo momento di riflessione sul valore della donna nella società si possa trovare quella forza per dire no a tutte le forme di discriminazione di genere, a tutte le forme di violenza sulle donne e a tutte quelle “differenze” che di fatto nel nostro sistema esistono e sono sempre, guarda caso, a discapito della donna.
Donne, riflettiamo certamente sul valore della giornata internazionale della donna, ma il 9 marzo non lasciamo che si torni in quell’oblio in cui ci si è confinati e in cui si vuole restare confinati fino alla prossima festa della donna e lasciare, quindi, che si spengano i riflettori e che dal 9 marzo ricominci la festa dell’uomo!
Noi ci siamo!
Consigliera del CPO
Ordine Avvocati Bari
Eugenia Acquafredda