La maternità non è uno status. La maternità è un sentimento, è cioè una forma di amore. La maternità oltrepassa, dunque, la biologia della procreazione e della gestazione.
Ci sono, infatti, tanti diversi modi per essere madri, tutti ugualmente validi, con uguale dignità di esistenza, poiché la maternità deve essere una scelta e non più un destino.
In passato, nostro malgrado, la maternità rappresentava il progetto forse unico di vita per una donna insieme – anzi dopo – il matrimonio, perché anche la sequenza era importante!
Senza figli, purtroppo, una donna era necessariamente incompleta, insoddisfatta, imperfetta o addirittura sbagliata.
Adesso – e per fortuna – non è più sempre così, perché le donne hanno, finalmente, cominciato a rivendicare la possibilità di scegliere se e quando diventare madri.
Hanno imparato, dunque, a mettere al primo posto le proprie passioni, i propri interessi, le loro occupazioni e i propri diritti.
Una donna non è la maternità, una donna è totalmente e compiutamente donna sia che abbia figli sia che non ne abbia e nessuno dovrebbe permettersi di giudicarla.
E’ questo il segno di un cambiamento epocale che è in atto dopo millenni passati all’interno di un contenitore di pregiudizi e stereotipi sulla donna e verso la donna.
A volte si assiste al fenomeno per cui molte donne si affidano alla maternità per vedersi in qualche modo “riconosciute” dalla società e, solo per essere accettate o per timore di essere giudicate, decidono di seguire il “copione prescritto”.
Ma si può essere madri in molti modi!
Tempo fa ho letto un bellissimo articolo della giornalista Alessandra Erriquez “si diventa madri in molti modi. Per amore o per caso, di parto naturale o di parto, per adottare, per convinzione, per convenzione (…) Il punto è che conosco donne che sono madri, madri e basta. Pure senza figli. Si diventa madri in molti modi. Perché si può essere madri persino con la propria madre, o con il proprio padre, quando cioè hanno bisogno di sostegno. Si può essere madri quando si va in giro per il mondo a educare a forme altre di maternità, quando con le proprie parole si allatta un mare di figli orfani di affetti, di radici, di vita e di terra sotto i piedi. Si può diventare madri di figli disabili ed essere madri di mille battaglie (…) ”.
Ci sono donne che, purtroppo, per colpa del destino non hanno potuto vivere la maternità nel senso tradizionale del termine, ciò non vuol dire che non siano madri, perché si è madri tutte le volte che si dona amore a qualcuno perché ogni forma di amore porta sempre frutto.
Dico alle donne, basta con le solite frasi “tu non puoi capire perché non sei madre”, perché queste parole tolgono dignità a tutte quelle donne che affrontano ogni giorno la vita e amano incondizionatamente come solo una mamma può fare.
Noi ci siamo!
Eugenia Acquafredda