Su Il Dubbio dell’11 Giugno 2021 (il “famoso giornale della Avvocatura che, da ormai più di 5 anni, pubblica e sproloquia, il più delle volte) si legge, in un titolo “L’economia riparte, ma a noi avvocati tocca rialzarci dalle macerie”. Praticamente, il titolista – in quel riassunto a mo’ di titolo – dichiara (o, meglio, attesta) che l’economia sta ripartendo e che alla nostra Categoria tocca rialzarsi.
Non specifica (il titolista, il giornalista redattore dell’articolo, il Direttore Responsabile, l’Editore, in solido e/o chi di competenza) da quale tipo di macerie la nostra categoria deve rialzarsi. Probabilmente il titolo e l’articolo vogliono stimolare la nostra categoria, a ritrovare le forze sì da sistemarsi economicamente. Sfugge, tuttavia, al titolista, al giornalista, al Direttore Responsabile ed all’Editore (e non si comprende quanto colpevolmente) che la nostra categoria da questa pandemia sta uscendo distrutta, soprattutto per lo sfacelo determinato dallo sfrenato spirito di servizio di alcuni. Su questo i vari titolisti, giornalisti, Direttore Responsabile ed Editore glissano. E si capisce il perché, a questo punto.
Già da tempo, ben 7 componenti il CNF sono sotto la lente di ingrandimento della Magistratura che ne ha dichiarato la ineleggibilità (ed a giorni aspettiamo la sentenza della Corte d’Appello di Roma che dichiarerà se i nostri 7 possono o meno ritornare al loro posto).
Ma, a prescindere da quanto succederà a Roma e dalle conseguenze che la decisione attesa avrà non solo sul CNF, sarebbe opportuno che si guardasse anche a livello territoriale. Finora, infatti, stante la situazione “ballerina” del centro, la periferia di sicuro non se la passa meglio e le “ineleggibilità” non sono affatto una rarità. Troppo spirito di servizio in giro… Dove andremo a finire, non è dato sapere e chi vivrà, vedrà.
Una cortesia dovete farci: non predicate bene, razzolando male. In fondo, la nostra Categoria si può rialzare rispettando le regole ed iniziando – essa stessa per prima, soprattutto a livelli apicali – a rispettare la Legge. Anche perché critichiamo tanto gli altri (i Magistrati), salvo poi andare in pasto a questi per beghe che mal si conciliano con lo spirito di servizio.
Nicola Zanni