Agosto, si sa, è il mese più vuoto, da un punto di vista giornalistico. Le tante persone in vacanza fanno si che si debba ricercare le notizie, con il lanternino, e quindi ogni nuovo argomento diventa uno scoop.
A fronte di notizie di una certa importanza, ad agosto (più che in altri periodi dell’anno) si assiste quindi al proliferare di “novelli” giornalisti i quali (in particolare sui social) tendono a riempire il proprio vuoto cosmico interno con la spasmodica ricerca del like. E chi osa dire qualcosa che non piace, è un hater. Siamo tutti figli dei tempi, in evidenza.
In particolar modo in questi giorni, presunti (e patetici) “opinionisti da tastiera malati di like” stanno offrendo di sé il peggio di sé, parlando di un argomento: la (ri)presa del potere in Afghanistan, da parte dei talebani, e la potenziale (certa?) discriminazione delle donne, in quella nazione. Argomento serio e da affrontare in ogni opportuna sede, quindi. Però, leggendo certe considerazioni sui social, un individuo di media intelligenza capisce lo spessore dei cervelli che partoriscono banalità assurde, e la finalità ultima di tali “pensieri”. Io devo dire la mia per sembrare impegnato, anche se poi (di fatto) non dico nulla di che.
Ed allora viva agosto, viva le ferie, viva i cervelli (di solito stabilmente) in vacanza, viva le ovvietà, viva le apparenze.
Ma per dirla alla Oscar Wilde, è meglio tacere e sembrare stupidi, piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio.
Buon fine agosto.
Nicola Zanni