Con un intervento sul nostro giornale, il 15 dicembre 2020, da titolo “il gioco dei ruoli: l’eterno conflitto tra saccente ed ignorante”, il Grillo Parlante (dietro il cui nome si nasconde la coscienza critica che alberga in ognuno) puntava l’indice contro un mondo (il nostro) eternamente diviso tra chi si sente (si badi bene,non si capisce bene perché) superior rispetto ai tanti paria della vita, gli inferiori.
Questa visione platonica della vita (propria ed altrui) spinge (sempre) pochi a guardare dall’alto verso il basso i tanti. Platone lo aveva detto: i filosofi devono governare il mondo. E quando qualcuno si è sentito in grado ed ha preteso di governare secondo la propria visione della vita, i risultati (scadenti, per la verità) si sono visti tutti!
Mutatis mutandis, non sarebbe opportuno che il filosofo (rectius, chi si sente filosofo, senza averne i titoli) aprisse bocca, nel patetico tentativo di criticare coloro i quali (a suo insindacabile giudizio) merita di essere relegato agli inferi della vita politica. Non si usa a sproposito l’aggettivo “patetico”, perché – come si ben sa – in politica contano i numeri e, molto spesso, le “idee filosofiche” (in quanto non comprese) vengono relegate al rango di “inferiori”.
Fa specie che chi si prenda il lusso di “criticare”, molto spesso sia stato sonoramente preso a pernacchie dagli “inferiori”. Fa ridere che chi critica, molto spesso non abbia i titoli (nel vero senso del termine) per farlo. In politica, sono i numeri a contare, non le chiacchiere!
La domanda da porsi, a questo punto, è: puoi criticare? In tutta onestà, sembra che il critico – sempre lui – sia come “il laureato all’università della strada” e parli più per riflesso condizionato più che per effettiva “titolarità”. Si critica qualcosa perché lo si è toccato con mano e non perché lo si è realmente vissuto.
La differenza tra “toccare con mano” e “vivere la quotidianità” è ontologica e la può capire chi, socraticamente, sa di non sapere.
Ma il filosofo non lo vuole capire …
Ed allora si può affermare che di un bel tacere non fu mai scritto!
Nicola Zanni