“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” (don Abbondio, cap. XXIV de I Promessi Sposi, A. Manzoni)
Come in ogni votazione che si rispetti, c’è chi vota a favore di una proposta, chi vota contro e chi si astiene.
Ma cos’è la astensione? Solo consultando un vocabolario on line, si legge che la astensione è “rinunzia”. Ma perché qualcuno deve rinunziare a fare qualcosa? Le risposte sono molteplici e, molto spesso, le motivazioni sottese a questa modalità di inazione sono le più varie.
In primo luogo, qualcuno si astiene dal fare qualcosa perché ha fatto un fioretto e spera che questo sacrificio venga ripagato in termini materiali o spirituali. Qualcun altro si astiene per ragioni di salute, visto che una certa azione si potrebbe rivelare deleteria per il proprio corpo o per la propria mente. Qualcun altro ancora si astiene perché non vuole prendere posizione su una determinata circostanza. Qualcun altro, infine, si astiene perché non sa come uscire da situazioni imbarazzanti e non vuole sforzarsi per venir fuori da situazioni da lui ritenute imbarazzanti.
Nella terza e nella quarta ipotesi non v’è dubbio che l’astensione è il classico dito dietro il quale nascondersi, semplicemente perché non ci si vuole prendere la responsabilità di un voto contro o a favore.
Situazione di comodo, in evidenza. E qualcuno (che certamente preferisce mantenere un atteggiamento distante, perché non vuole incorrere in censure da parte di chicchessia) ciurla nel manico, esagerando nelle astensioni.
Talora chi è avvezzo alle astensioni, crede che la propria codardia sia ben celata dietro una astensione la quale – invece – è dimostrazione di carenza di coraggio.
“Non ho avuto tempo di leggere e, quindi, mi astengo”: una motivazione che definire puerile è riduttivo. Diciamo che non si ha avuto il coraggio di prendere posizione (a favore o contro).
Chi si astiene cos’è? Un ignavo, un reprobo, uno senza spina dorsale.
Chi avrebbe il coraggio di affidarsi ad uno così?
Per il futuro, fate attenzione a chi non prende posizione, agli indifferenti, a chi non fa qualcosa per non sbagliare. Solo a sentirli parlare o anche solo a guardarli in faccia uno si accorge della mancanza di coraggio del suo interlocutore.
E soprattutto non votateli: non sono bravi rappresentanti! Questo è il miglior regalo di Natale che ci si potrebbe fare.
Auguri per un sereno Natale!
Nicola Zanni