L’avvocato al tempo, la terza ondata e la pausa natalizia

C‘era una volta un avvocato, il quale nonostante le vacanze natalizie, si ritrovava a dover fare i conti con scadenze ed udienze sin dai primi giorni del nuovo anno e, non potendo come gli studenti prendersi una pausa, “era costretto a lavorare” come, per fortuna, molte altre persone.

Accadeva, dunque, che questo avvocato, notoriamente antipatico e rompi scatole, inoltrasse una costituzione in giudizio con modalità telematica (l’unica possibile) dinanzi alla Sezione Lavoro del Tribunale di Bari il 29/12/2021 (mandato ricevuto pochissimi giorni prima) stante la fissazione dell’udienza per il 4 gennaio 2022, ma accadeva che, fino alla data dell’udienza del 4 gennaio 2022, nessuno provvedesse ad aprire la busta (non permettendo peraltro alle controparti di prendere visione della memoria) e costringendo l’avvocato de quo ad andare in tribunale a primissima ora il giorno dell’udienza per chiedere a qualcuno di buona volontà di aprire la busta prima di andare in aula.

Ma qui viene il bello, perché solo in quella occasione (quando cioè l’avvocato si recava in cancelleria per chiedere l’apertura della busta) veniva a sapere che il cancelliere era rientrato proprio il giorno dell’udienza a lavoro (le ferie sono sacrosante) e che avrebbe aperto la busta successivamente essendo impegnato in udienza, anche in considerazione del fatto che quel fascicolo era stato differito al 18/01/2022.

Orbene se qualcuno (se l’Ufficio) fosse stato capace di organizzare meglio le cose, ovvero prevedere che, anche con personale in ferie, le buste contenenti gli atti degli avvocati (non la ricetta del panettone) vanno comunque aperte da qualcun altro perché nessuno è indispensabile, certamente quell’avvocato rompiscatole non solo avrebbe ricevuto la comunicazione con l’avvenuta costituzione, ma certamente non si sarebbe recato il 4 gennaio ore 09.00 in tribunale per “dare fastidio” e forse anche con il rischio di tornare a casa contagiato!

Per la cronaca, l’avvocato rompiscatole si è sentito anche dire che esiste una applicazione – Giustizia Civile – da cui avrebbe potuto prendere nota del differimento al 18/01/2022 della causa e avrebbe potuto, quindi, evitare tanto disturbo! Come se una applicazione possa o debba “sanare” le inefficienze e la disorganizzazione di un ufficio, fatto sta che alle 09.45 all’avvocato rompiscatole è arrivata la pec con l’esito 2 di avvenuta costituzione.

Ci si domanda: non è che forse gli avvocati non dovrebbero farsi mettere i piedi in testa? Ma l’avvocato rompiscatole lo è anche perché in 10 anni di professione ha assistito a scene in cui questo è accaduto sovente e, forse anche per questo, risulta antipatica ad alcuni.

Ma le avventure non finiscono qui, perché questo avvocato rompiscatole pensava bene di costituirsi qualche giorno dopo in un altro giudizio, ma stavolta al Giudice di Pace di Bari.

Prima regola non scritta: “da dove ti viene di costituirti prima dell’udienza al Giudice di Pace?” Ci sono delle regole non scritte per cui la iscrizione a ruolo si può fare fino al giorno dell’udienza e la costituzione del convenuto necessariamente deve avvenire all’udienza, non sia mai che vai con 3 giorni di anticipo (il 10/01/2022) con la pandemia in corso, il green pass da esibire e tutto il resto a costituirti!

Ed invece, siccome questo avvocato non solo è antipatico, è rompiscatole ma è anche un eversivo perché va contro le regole e gli piace fare di testa propria, decideva 3 giorni prima dell’udienza di andare in cancelleria a depositare il proprio fascicolo (qui il processo è ancora tutto cartaceo anche se poi – a pensare a ciò che è accaduto con l’esempio precedente – è da vedere cosa sia meglio).

Si recava in cancelleria, riferiva cosa intendesse fare e l’avvocato veniva invitato a lasciare il proprio fascicolo (contenente atti, documenti e procura alle liti e non la ricetta delle cartellate) su un tavolo sistemato fuori dalla cancelleria – il check point – perché in seguito qualcuno lo avrebbe fatto (ovvero avrebbe registrato la costituzione, avrebbe messo i vari timbri e forse avrebbe sistemato il fascicolo di parte insieme a quello d’ufficio all’udienza del 13/01/2022).

L’avvocato, a quel punto, faceva notare che sarebbe stato più opportuno non lasciare incustodito il proprio fascicolo su un tavolo e, soprattutto, avrebbe voluto un timbro di avvenuto deposito sulla copia del proprio atto. In quella stessa circostanza veniva a sapere che (eppure un avvocato con 10 anni di professione oltre al praticantato dovrebbe saperlo) avrebbe dovuto corrispondere una marca da bollo da € 3,87.

A quel punto l’avvocato – che vuole avere sempre ragione – si permetteva di dire che non si era dinanzi ad una causa penale, ma civile e che la parte ricorrente in giudizio aveva corrisposto un contributo unificato ed una marca da bollo e che, pertanto, il costo del timbro era già ricompreso nel prezzo.

A quel punto il funzionario – accorso in aiuto della cancelliera – decideva di apporre un timbro sul fascicolo (sembrava Bud Spencer nel film Banana Joe del 1982), sull’originale e sulle copie della memoria e registrava la avvenuta costituzione e, a quel punto, l’avvocato se ne andava contento perché ancora una volta l’aveva avuta vinta, dato che questo avvocato è davvero prepotente!

Ma come diceva Corrado “e non finisce qui”, perché il 13 gennaio quello stesso avvocato si recava nuovamente al Giudice di Pace per l’udienza per cui aveva osato costituirsi 3 giorni prima e, nell’auspicio che tutto sarebbe andato per il meglio, si accorgeva invece che il proprio fascicolo di parte non era stato inserito in quello di ufficio (attività che richiede ovviamente altissime competenze) e si recava di nuovo in cancelleria e la stessa signora che 3 giorni prima si era rifiutata di fare l’adempimento di cancelleria – o meglio lo avrebbe fatto quando decideva lei pretendendo che l’avvocato lasciasse il proprio fascicolo su un tavolo (in barba anche le norme sulla privacy) – si ricordava dell’episodio e chiamava subito il dirigente, il quale minimizzando l’accaduto cercava di trovare il fascicolo a ritmo incalzante dato che il fascicolo serviva in udienza (la controparte infatti non aveva avuto ancora modo di prendere visione della memoria che formalmente era stata depositata 3 giorni prima).

Alla scena assisteva -peccato per loro – un altro Giudice di Pace (diverso da quello dinanzi al quale era chiamata la causa dell’avvocato rompiscatole), il quale subito ordinava a tutto il personale (anche di cancellerie diverse da quella interessata al fatto) di cercare il fascicolo di questo avvocato che veniva ritrovato – incustodito – su una delle due scrivanie poste all’interno della cancelleria del giudice designato.

A parere di chi scrive certe “brutte pagine” non andrebbero raccontate perché gli avvocati svolgono il loro lavoro e si assumono le proprie responsabilità mentre, dall’altro lato, non si assiste ad una medesima assunzione di responsabilità, piuttosto, in certi casi, si assiste ad uno scarica barile.

Per la cronaca, quell’avvocato certamente antipatico a molti, risulta invece ad altri molto simpatico e serio nello svolgimento della professione, poiché de gustibus non disputandum est.

Non sarebbe opportuno a questo punto un intervento serio e deciso dei nostri rappresentanti Istituzionali?

Ovviamente chiedo sempre per un amico!

Noi ci siamo!

Eugenia Acquafredda

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