Si salvi chi può
siamo circondati e la nave affonda
Quante volte guardando un film di avventura abbiamo sentito il protagonista sopraffatto dagli eventi gridare all’indirizzo dei sodali “Si salvi chi può”
Quella frase, che nessuno vorrebbe mai ascoltare, rappresenta l’esaltazione della sconfitta;
non c’è più nulla da fare, tutto è perso.
Speranze, desideri ed ambizioni cancellate nel volgere di qualche secondo.
L’eroe sconfitto giace esanime sul campo di battaglia ed ognuno pensi a sé
E nella vita reale cosa accadrebbe se il soggetto al quale è demandata la responsabilità del gruppo urlasse “Si salvi chi può”?
Attenzione qui il “Si salvi chi può” è cosa diversa dal dichiarato “abbandono nave”.
Il primo consacra la sconfitta, la celebra in tutta la sua immensità mostrando in maniera cruda i limiti di quello che sino a qualche istante prima era l’eroe, il vincitore, l’esempio da seguire.
Il “dichiarato abbandono nave” invece è un fallimento ma limitato negli effetti e nelle conseguenze.
Così a voler trasfondere i due concetti sul piano giuridico possiamo affermare che il “Si salvi chi può” è una sentenza definitiva che chiude ogni possibile eccezione e scusa.
L’eroe è morto, i sodali dispersi ed impegnati a conquistare la personale sopravvivenza.
Al contrario, “l’abbandono nave” è una pronuncia di primo grado che lascia all’eroe lo spazio per una possibile riabilitazione.
Si, ma cosa accadrebbe nell’ipotesi in cui l’eroe urlasse “Si salvi chi può”
Bella domanda questa, non fosse altro che a mio pensiero non esiste una sola ed unica risposta;
Certo il fallimento è garantito e pensare che un nuovo eroe possa essere pronto a sacrificarsi per la causa (ma poi di quale causa parliamo) è convincimento stupido.
La verità, invece, è racchiusa in un unico e solo paradosso, l’eroe sa bene che i compagni di avventura sono sacrificabili perché li ha scelti per la loro predisposizione al martirio o magari per loro totale ed inconsapevole incoscienza.
Che tu sia un eroe o un pavido non dimenticare mai le parole di Simone de Beauvoir madre del movimento femminista (che non si dica che il Grillo non rispetta le quote di genere)
“Riporre la propria salvezza su qualcuno che non sia noi stessi è il più sicuro mezzo di correre alla propria perdita.”
E tutto ad andar male “l’ultimo chiuda la porta”
Fidatevi,
Io sono il Grillo