Coerenza rivendicata ma non applicata
in riflessioni (Futuro@Forense) del 20 febbraio 2022
La replica del Circolo degli Aristocratici
Pregiatissimo Signore,
nella giornata di ieri abbiamo avuto modo di leggere la Sua riflessione pubblicata su quel simpatico e popolare giornalino che risponde al nome di Futuro@Forense.
Ella,
piccolo plebeo dall’animo glorioso, discetta di coerenza e lo fa, manco a dirlo, nell’ambito della politica qui ergendosi a Giudice (in tal senso mi permetto richiamare la Sua chiosa)
Mi dica, Avvocato Nicola Zanni,
di questo fastidioso sostantivo che conoscenza ha ?
La coerenza, mio simpatico Don Chisciotte, è transeunte.
Il comportamento umano, del resto, risponde a dinamiche complesse che presuppongono un continuo divenire fatto di conoscenze ed esperienze sempre nuove che si stratificano nel tempo.
La coerenza riserviamola ai morti, quantomeno sino al giorno della resurrezione momento nel quale, finanche loro avranno perso la coerenza.
Sono altri i valori ai quali l’uomo dovrebbe mirare.
A tal proposito, La invito a leggere “La società feudale” scritto da Marc Bloch (forse il più illustre medievalista di ogni tempo) e soffermare la Sua attenzione
sull’”amor cortese” insomma, sui valori cavallereschi che qui, a Suo beneficio, ed in maniera assolutamente superficiale e riduttiva, riassumo nella lealtà, nel coraggio e nella difesa dei più deboli.
Non confonda, caro Zanni la coerenza con l’etica; si tratta di concetti assolutamente diversi.
Quello che Ella descrive con estrema acrimonia nel Suo simpatico scritto, a mio insindacabile pensiero, è solo e soltanto la sindrome della pecora che pascola stretta nel gregge in attesa che giunga la sera ed arrivi il Pastore per ricondurre tutti nell’ovile.
Lasci che le pecore siano libere di pascolare (tanto è sempre il Pastore a scegliere il campo) e diriga le Sue attenzioni verso orizzonti più nobili.
La saluto con un passaggio di Lewis Carroll in Alice ne paese delle meraviglie
“Sii quel che sembri di essere o, se ti piace che te lo dica con parole più semplici, non immaginarti mai di non essere altrimenti che ciò che può apparire agli altri che ciò che tu fosti o potresti essere stato non fosse altrimenti che ciò che tu eri stato sarebbe apparso a loro essere altrimenti.”
democraticamente Suo
Marchese di Carabas