Edilizia giudiziaria, la parola alle associazioni: Camera Penale “Achille Lombardo Pijola”

Siamo in compagnia dell’Avv. Guglielmo Starace, Presidente della Associazione “Camera Penale di Bari Achille Lombardo Pijola”, che ringraziamo per la sua disponibilità.

Presidente, innanzi tutto La ringraziamo per aver accettato di rilasciare questa intervista al nostro giornale

– Sono io a ringraziare Voi per l’invito e per l’attenzione rivolta alla nostra associazione.

In questi giorni di campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 Settembre 2022, l’argomento Giustizia non sembra essere affrontato adeguatamente dai competitor. Cosa pensa al riguardo e perché questa considerazione minore della Giustizia?

– La giustizia, e in particolare quella penale, ha sempre rappresentato un tema divisivo e in questo periodo tutte le forze politiche appaiono concentrate a rendere razionali per i loro elettori le alleanze imposte dal sistema elettorale, Sulla giustizia sono caduti diversi Governi e ogni volta che qualcuno cerca di fare qualcosa viene puntualmente aggredito dall’avversario politico di turno con argomenti populisti che hanno sempre il loro appeal sui cittadini. I temi delle garanzie sono (prendo in prestito dal Professore Vittorio Manes un’espressione che mi piace molto) “controintuitivi”. Per i non addetti ai lavori è davvero complicato comprendere certi meccanismi di cui  si rende conto soltanto chi è coinvolto, direttamente o indirettamente, in un processo penale.

E’ notizia di qualche giorno fa: è stato sottoscritto il contratto di locazione per la “seconda Torre Telecom”, dove verranno allocati gli Uffici della Procura e le aule di udienza. A Suo giudizio, è una soluzione risolutiva, questa adottata dal Ministero?

– È una boccata di ossigeno che viene fuori da una bombola che fa respirare una persona sofferente per patologie respiratorie, ossia la Giustizia barese. Le buona notizia è che avremo a disposizione altri spazi per aule e uffici, la brutta è che si tratta di un’altra struttura che non è stata costruita per essere un Palazzo di Giustizia. La buona notizia è che alcuni uffici si uniranno ad altri, la brutta è che rischiamo che ci si dica che ormai la Giustizia penale è sistemata e che non c’è più necessità di procedere celermente ai lavori per il Parco della Giustizia. Insomma, siamo profondamente grati al Ministero e a tutti coloro che si stanno impegnando per questa soluzione, ma vigileremo attentamente sul progetto per la struttura definitiva.

Bari, come è noto, è sede distrettuale di Corte d’Appello. Cosa pensa della dispersione delle varie strutture Giudiziarie in tutta la città?

– Le sedi giudiziarie sparpagliate sul territorio costituiscono un grave danno per l’efficienza della Giustizia, in primis per i cittadini. Gli Avvocati si sono sempre organizzati, aiutati e sacrificati, ma la buona volontà non può bastare.

A Suo giudizio, la questione Edilizia Giudiziaria, in questa città, viene da lontano?

– Tra gli addetti ai lavori abbiamo sempre avuto la sensazione che la questione interessasse davvero a poche persone in ambito politico, abbiamo sempre sentito un profondo senso di abbandono tra le tante promesse non mantenute e le continue opposizioni alle possibili soluzioni. Devo, però, dire che ultimamente abbiamo avuto la fortuna di incontrare persone che si sono impegnate profondamente. Quando si citano dei nomi se ne dimentica sempre qualcuno (e chiedo anticipatamente scusa per questo), però consentitemi di ringraziare pubblicamente il Sindaco Antonio Decaro e il Sottosegretario Francesco Paolo Sisto per il loro costante impegno.

Dunque, cose pensa del problema Edilizia Giudiziaria? E’ un problema solo della politica o anche della Avvocatura?

– Ho sempre avuto la fortuna di incontrare Avvocati che hanno fatto sentire la loro voce per la risoluzione del problema e non credo che la situazione sia in alcuna maniera conseguente all’atteggiamento dell’Avvocatura, sempre costruttivo e collaborativo.

A Suo giudizio, perché a Bari il problema Edilizia Giudiziaria non è stato risolto, in passato, nonostante gli svariati progetti (Corso della Carboneria, Progetto Pizzarotti, Caserma Briscese)?

– Ovviamente non saprei rispondere compiutamente a questa domanda perché l’unico punto in comune tra i vari fallimenti è rappresentato dall’inerzia della politica.

Il Palazzo di Via Nazariantz, nel Maggio 2018, viene dichiarato inagibile ed il problema Edilizia Giudiziaria esplode in tutta la sua violenza. Che effetto Le fece la dichiarazione di inagibilità del Palazzo in questione?

– È un trauma ancora vivo in me e in tanti Colleghi: trovare il Palazzo chiuso, e poi addirittura dovere subire la vergogna delle tende è qualcosa di difficilmente condivisibile,

A seguito di quel provvedimento, venne il Ministro Bonafede e prese degli impegni … un Suo giudizio sulla gestione emergenziale?

– Il Ministro si è sempre rifiutato di procedere alla nomina di un Commissario, ossia di prendere l’unica decisione che potesse portare alla soluzione del problema.

Facciamo un passo indietro e vediamo come è la situazione della Giustizia Penale a Bari. La Giustizia penale spezzettata in vari tronconi logistici, il Palazzo di Giustizia di Piazza de Nicola che manifesta grosse criticità, l’Ufficio del Giudice di Pace al San Paolo il cui archivio, incendiato parzialmente, in passato posto sotto sequestro, che di fatto non è a norma, la Giustizia a Bari come ritiene che sia?

– Nella perenne ricerca di un centro di gravità permanente.

Essendo, Ella, Presidente della Camera Penale barese, ci può dire la posizione ufficiale della Camera Penale sul punto?

– La posizione della nostra Camera penale è sempre stata coerentemente tesa verso la soluzione unitaria. Ci siamo sempre affidati alle decisioni della politica per la scelta del luogo, per noi l’unica cosa importante è l’accorpamento degli uffici giudiziari: saremmo disposti anche ad andare sulla Luna.

Passiamo ai giorni nostri. Dopo che il 30 Luglio 2019, al Ministero della Giustizia, finalmente viene firmato il tanto auspicato “Protocollo per il Polo della Giustizia”, il problema “Edilizia Giudiziaria” sembra finalmente risolto. O forse no …

– È iniziata un’altra odissea, che forse questa volta potrebbe portare ad una soluzione. Comunque la storia ci insegna che non bisogna mai rilassarsi o gettare la spugna, occorre stare sempre attenti ed essere propositivi.

A Suo giudizio, individuata l’area sul quale dovrebbe insistere il Polo della Giustizia (le Casermette tra Via Falcone e Borsellino, Via Alberotanza e Via Fanelli), ci potrebbero essere dei problemi urbanistici da risolvere?

– Non credo che esistano delle zone della Città in cui possa realizzarsi un’opera così importante senza dovere risolvere dei problemi urbanistici, di viabilità, di aree di parcheggio, di destinazione degli spazi, di aree dedicate al verde pubblico. Con l’impegno e la buona volontà si può risolvere tutto.

E’ notizia di questi giorni che il TAR Puglia – Sezione di Bari, ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato da un Comitato cittadino. Cosa pensa, nel suo intimo, di queste azioni?

– Ora, che finalmente si intravede appena un progetto che guarda al futuro, dobbiamo attendere dalla Magistratura una risposta sulla percorribilità del progetto. Invece di unirci per cercare di perseguire un obiettivo comune, cerchiamo di porre ostacoli al progetto. Non ci voglio credere. Invece di chiedere tutti insieme a gran voce come mai questo progetto non va avanti celermente, cerchiamo di porvi un freno, di tuffarci verso il passato, di abbassare la tapparella di quella finestra illuminata da un debole raggio di sole per tornare nel buio pesto. Paradossale per chi tiene alla Giustizia leggere che i ricorrenti hanno eccepito la sussistenza di “eventuali lesioni che potrebbero essere causate da una variante al piano regolatore non ancora adottata”. Se la variante non è stata ancora adottata e già si prevede che provocherà lesioni di interessi, il pensiero corre verso l’idea di un’opposizione preconcetta.

Il Parco della Giustizia risolverà finalmente il problema della Edilizia Giudiziaria o sarà una soluzione tampone?

– L’idea nasce per essere risolutiva, l’auspicio è che si realizzi.

La c. d. Cittadella della Giustizia vedrà la luce? O saranno i nostri figli a tagliare il nastro?

– L’importante è che qualcuno tagli questo nastro vitale per la dignità dei cittadini. I luoghi della Giustizia devono essere consoni all’importanza e alla delicatezza di una funzione che incide come nessun’altra sui diritti dei cittadini, primo tra tutti quello alla libertà.

A nome della Associazione forense Futuro@Forense che presiedo, dell’omonimo giornale di cui sono Direttore Editoriale e degli Avvocati del Foro di Bari, La ringrazio.

Nicola Zanni

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