Dopo aver dato la parola ai Presidenti ed ai Segretari delle sezioni locali delle Associazioni Forensi maggiormente rappresentative, a livello nazionale, leggendo i loro pareri e le loro considerazioni sulla situazione “Edilizia Giudiziaria” a Bari, abbiamo deciso di ampliare gli orizzonti. Infatti, poiché il problema non involge solo la Città di Bari, ma anche – se non soprattutto – l’Area metropolitana (in particolare, dopo la soppressione delle sezioni distaccate del Tribunale di Bari, a seguito della entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 155 del 2012), è interessante avere anche il parere dei rappresentanti delle Associazioni del Territorio metropolitano.
Oggi siamo in compagnia dell’Avv. Michele Coletti, Presidente del Centro Studi Sapere Aude di Bitonto, che ovviamente ringraziamo per la disponibilità a rispondere alle nostre domande.
Presidente, innanzi tutto La ringraziamo per aver accettato di rilasciare questa intervista al nostro giornale. Avrà notato che, in questi giorni di campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 Settembre 2022, l’argomento Giustizia non sembra essere affrontato adeguatamente dai competitor. Cosa pensa al riguardo e perché questa considerazione minore della Giustizia?
– In effetti tra i temi trattati in questa tornata elettorale sta mancando qualsivoglia riferimento al “tema” della giustizia. E tanto sorprende ancora di più ove si consideri che è stato di recente svolto un apposito referendum ed approvata la cosiddetta “Riforma Cartabia” con tutto lo strascico di polemiche e critiche che ne sono seguite. Evidentemente, e questo è lo sconcerto maggiore, dobbiamo prendere atto dell’esistenza di una classe politica che sul “problema” giustizia appare quasi narcotizzata, in stato di chiara sudditanza ed impotenza decisionale. E tanto anche con riferimento al problema dell’edilizia giudiziaria che pur dovrebbe rappresentare un momento ed uno sforzo di condivisione comune. Il “problema” giustizia è un problema centrale per la democrazia e lo sviluppo di un paese. Ed è veramente strano che dopo le tante polemiche e le tante criticità connesse a detto problema nessuno avverta la responsabilità di proporre alla Pubblica Opinione in un momento topico, qual è la campagna elettorale, soluzioni e proposte.
A Suo giudizio e per quello che può sapere delle vicissitudini “cittadine” circa la logistica Giudiziaria, la questione Edilizia Giudiziaria, a Bari, viene da lontano?
– L’edilizia giudiziaria a Bari è un “problema” nel “problema” che affonda le sue radici in anni ed anni di indecente e colpevole carenza di iniziative, spesso piegate a diatribe personali e giammai rivolte a ricercare soluzioni idonee alle esigenze della funzione giurisdizionale. Ciò che si verifica e si è verificato continua ad essere, solo, il susseguirsi di operazioni “tampone” che hanno finito per aggravare la soluzione e giammai risolverla.
Cose pensa del problema Edilizia Giudiziaria? E’ un problema solo della politica o anche della Avvocatura, in particolare della Avvocatura “metropolitana”?
– L’indecente spezzettamento della funzione giurisdizionale in tanti siti quasi tutti inidonei ed insufficienti, continua ad essere una vergogna per il distretto della Corte di Appello di Bari. Nessuno può ritenersi esente da dette critiche: non certo le istituzioni spesso assenti ed incapaci di iniziative lineari e lungimiranti; ma anche l’Avvocatura e gli Organi Giurisdizionali che non hanno di certo brillato quantomeno nello sforzo e nell’impegno a rappresentare il profondo ed oggettivo malessere legato al modo precario ed inadeguato delle strutture in cui si svolge l’attività giurisdizionale.
Il Palazzo di Via Nazariantz, nel Maggio 2018, viene dichiarato inagibile ed il problema Edilizia Giudiziaria esplode in tutta la sua violenza. Sembrava che la situazione emergenziale avrebbe portato ad uno sblocco della emergenza giudiziaria. Invece?
– In questo contesto (ed a riprova della situazione in cui ci si trovava e ci si trova anche oggi), dobbiamo ricordare l’utilizzo del Palazzo di Via Nazariantz che nasce nell’inagibilità e persevera nell’inagibilità e tanto nell’indifferenza di tutti.
Quindi, a Suo giudizio, la situazione attuale, con la dislocazione su tutto il territorio della Città di Bari, dei vari Uffici Giudiziari la abbastanza problematica per gli Avvocati provenienti dal circondario …
– E’ evidente il disagio. E francamente ritengo inutile inoltre oltremodo soffermarci sui disagi che una tale situazione logistica provoca soprattutto agli avvocati provenienti dalla Provincia, ma anche a tutti gli utenti nella funzione giurisdizionale.
Essendo, Ella, Presidente di un importante Centro Studi dell’Area Metropolitana (peraltro abbastanza attivo anche nel sociale), ci può dire la posizione ufficiale del Centro Studi Sapere Aude, sul punto?
– L’auspicio e la speranza è che finalmente dopo tanti anni Bari abbia la sua “Cittadella della Giustizia” che veda al suo interno raggruppati tutti i momenti gestori della giurisdizione, tutti gli organi, sì da offrire all’espletamento della funzione giurisdizionale un unico territorio strutturalmente e organicamente compiuto e strutturalmente sinergico, nell’ambito del quale giudici, avvocati e cittadini possano trovare finalmente il luogo idoneo in cui esercitare e tutelare i propri diritti e aspettative.
Cosa può (o, meglio, cosa deve) fare la Avvocatura, a Suo giudizio?
– Premesso che i miracoli non si realizzano tutti i giorni, per raggiungere il predetto obiettivo è necessaria una posizione chiara, precisa, leale e coerente di tutti i soggetti in campo, ciascuno nell’ambito delle proprie responsabilità, competenze e poteri. E, dunque, la Avvocatura deve assumere posizioni, oltre che di impulso e stimolo, anche di vigilante controllo in ordine alla realizzazione degli interventi necessari ed ai tempi della loro realizzazione, ma soprattutto senza timidezze dovrà assumere posizioni coraggiose e di chiara denunzia, con conseguente mobilitazione della pubblica opinione, nell’ipotesi di inerzie o di colpevole inadempimento in ordine agli impegni programmati ed assunti.
Nicola Zanni