Elezioni COA e CPO Bari. Le ragioni di una scelta

Nei giorni 17, 18, 19 e 20 Gennaio 2023 si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati d Bari e del Comitato Pari Opportunità presso il Consiglio dell’Ordine di Bari. Contrariamente a quanto avvenuto nelle competizioni elettorali per il COA degli ultimi dieci anni, non parteciperò in quanto – avendo svolto già due mandati (dall’Ottobre 2017 al 31 Dicembre 2018, seguente le elezioni indette dal Commissario Straordinario Antonio Giorgino, e dal 25 Gennaio 2019 al 31 Dicembre 2022) – ho preferito fermarmi, per una serie di motivi.

In primo luogo, la mia decisione di fermarmi è stata dettata dalla circostanza che, essendo ormai principio pacifico il limite del doppio mandato ed avendo – le Sezioni Unite della Cassazione – previsto che il limite del doppio mandato si applica nelle ipotesi di mandato parziale, non avevo nessuna intenzione di trascinare il mio Foro in un altro giudizio. Dal 2015 ad oggi, siamo stati investiti da tanti cicloni (la declaratoria di nullità delle elezioni del 2015, il commissariamento del 2017, la sentenza CNF 12 del 2022 di declaratoria di ineleggibilità di un Consigliere, nominato dal Consiglio – a maggioranza – Presidente). A questo punto, forse, bisognava mettere da parte le proprie velleità e pensare alla collettività ed, in nome di questo principio, mi sono messo da parte.

In secondo luogo, ho pensato che – dopo dieci anni di candidature e dopo varie elezioni (a Delegato al Congresso, nel 2012, nel 2014, nel 2016 e nel 2022, ed a Consigliere dell’Ordine nel 2017 e nel 2019) – è arrivato il momento di lasciare spazio a chi merita di fare l’esperienza Istituzionale. Per quanto mi riguarda, il ruolo di rappresentante della Avvocatura ha rappresentato (e rappresenta) un onore ed un onere: l’onore di godere della stima dei colleghi che mi hanno omaggiato del loro consenso e l’onere di dover portare, nelle competenti sedi, la loro voce.

In terzo luogo, infine, ho ritenuto giusto che – a 55 anni passati – debbano essere eletti solo i meritevoli, lasciando fuori gli sciatti e coloro i quali pensano che l’esperienza Istituzionale possa servire a qualcosa, a livello di tornaconto personale. Dunque, spazio a chi ha idee, forza, volontà, proposte. I parassiti o gli appassionati della poltrona possono restare a casa.

Personalmente non ho mai smesso di fare ciò che faccio da quasi 31 anni, quotidianamente. Ho sempre fatto, continuo a fare e farò sempre l’avvocato, iscrivendo personalmente a ruolo le cause e presenziando alle udienze, sostituendo (laddove possibile) i colleghi, frequentando i locali in cui la Giustizia viene (o dovrebbe essere) esercitata. La mia piccola esperienza (costituita dalla ultratrentennale presenza in Tribunale, Corte, Giudice di Pace, ecc.) ne esce arricchita, anche se alcuni rapporti personali (in questi anni) si sono incrinati, grazie alla esperienza Consiliare. Mi è stato detto: la politica non deve avvelenare i rapporti personali. Vero. Però, quando – all’interno di un consesso – a verbale ci si lascia andare a considerazioni sulla persona che nulla hanno di politico, allora ritengo che certa gente debba essere lasciata al proprio destino. E che è meglio troncare il rapporto, invece di fintamente continuare a salutarsi ed a chiacchierare.

Continuerò a fare politica come piace a me, utilizzando il giornale, la associazione e tutto ciò che me lo consentirà; e ciò fino a quando me la sentirò.

Per ora ringrazio sempre gli amici che mi hanno sostenuto, omaggiato del loro consenso e del loro affetto e che ci sono sempre stati, sperando che io ci sia sempre stato per loro. Per quanto riguarda i reietti, a loro va solo un ultimo pensiero: mi auguro solo che non patiate ciò che mi avete fatto patire. Perché allora direte “aveva ragione quell’idiota”. Ma sarà troppo tardi!

Nicola Zanni

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