“Oggi il Senato ha reintrodotto l'”equo compenso” dei professionisti” (abolito 10 anni fa) col voto di tutti i gruppi parlamentari (non il mio). In Italia non c’è il salario minimo o equo per braccianti e metalmeccanici e altri ma abbiamo il compenso equo per gli avvocati. Lunga vita alle lobby” (C. Cottarelli)
Questo è un post apparso ieri, sulla pagina Facebook del Sen. Prof. Carlo Cottarelli, in cui il nostro eroe mette (una dietro l’altra) una serie di castronerie che non fanno onore alla sua funzione di Parlamentare della Repubblica Italiana, alla sua funzione di Professore ed al suo essere superior rispetto al resto del corpo elettorale.
Vediamo nell’ordine il tutto.
Il nostro eroe dichiara che, a maggioranza, il Senato ha reintrodotto l’equo compenso, a suo dire abolito dieci anni fa. E qui egli dimostra una scarsa conoscenza dell’argomento (anche sotto un punto di vista meramente semantico), sconfinante nella ignoranza (nel senso di mancanza di conoscenza dei fatti). Invero, il famigerato decreto Bersani, quello che, nel 2006 (dunque ben 17 anni fa) abolì le tariffe, di fatto provocando il Far West, riguardava solo gli Avvocati. Ciò che il Senato ha approvato, è il c.d. equo compenso per tutti i liberi Professionisti (e non solo per gli Avvocati). Dunque, una inesattezza, la sua, che mal si concilia con la sua funzione.
Giusto per la cronaca (e per sottolineare come la categoria degli Avvocati sia ritenuta, a torto o a ragione, divisiva), il nostro eroe dà voce ad un pensiero comune: gli Avvocati non meritano un equo compenso, ma la perdizione sempiterna. E, si badi bene, questa concezione non è da farsi risalire al nostro eroe, addirittura potendo, noi, rivolgere lo sguardo agli inizi degli anni 2000, quando un Ministro della Repubblica (governo Berlusconi) volle far modificare il codice, solo perché le assicurazioni stavano risarcendo assicurati truffati, introducendo il giudizio secondo diritto nei casi di richiesta di restituzione di premi illegittimamente versati dai citati assicurati. Il ministro era Marzano.
Ma v’è di più!
Il Sen. Prof. Cottarelli parla di inesistenza di “salario minimo o equo” per i braccianti o per i metalmeccanici. E dice un’altra grossa sciocchezza. I braccianti ed i metalmeccanici sono lavoratori dipendenti (a quanto sembra!) e il loro salario (che è cosa diversa dal compenso) è “contrattualizzato”.
Peraltro confondendo lavoratori autonomi con lavoratori dipendenti, il nostro Senatore dimostra di… essere confuso.
E poi l’apoteosi!
Il nostro eroe parla della nostra categoria come di una lobby! Beato lui, visto che è l’unico a vederla cosi.
In fondo, se fossimo stati una lobby non avremmo aspettato 17 anni (diciassette anni!) per rivedere, sia pure parzialmente, il sistema distrutto dalla “sua” parte politica. Con la complicità dell’altra parte politica.
Nicola Zanni*
*Direttore Editoriale di Futuro@Forense
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