La violenza intrafamiliare. La tutela del minore nel sistema giudiziario

Le Associazioni “La Forza delle donne” e “Futuro@forense” hanno organizzato la scorsa settimana un convegno su un tema molto delicato: “La violenza intrafamiliare – La tutela del minore nel sistema giudiziario”. L’evento, tenutosi presso la Biblioteca dell’Ordine degli Avvocati di Bari e patrocinato anche dal nostro Ordine, dal Comune di Bari e dall’AIGA, si è aperto con i saluti dell’avv. Francescopaolo Ranieri, Consigliere COA Bari e Consigliere Nazionale AIGA, il quale, nel ringraziare la Forza delle Donne per l’impegno nei confronti dei soggetti più deboli, in particolare donne e minori, ha subito posto l’accento sull’importanza dei termini violenza e minore, troppo spesso utilizzati in maniera approssimativa e poco ponderata. Il Consigliere ha evidenziato come, nei casi di violenza intrafamiliare, il minore sia il soggetto più fragile, ricordando che già nel 1989 la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza aveva sottolineato il “best interest of child”, ossia il principio informatore di tutta la normativa a tutela del fanciullo, secondo cui primario è l’interesse del bambino nelle relazioni familiari. Subito dopo la Presidente dell’associazione “La Forza delle Donne”, avv. Krizia Colaianni, ha ricordato l’impegno dell’associazione in favore delle vittime di violenza sia sul territorio, tramite gli sportelli di ascolto, sia le attività che vengono svolte anche a livello nazionale e nei vari coordinamenti. Il Presidente dell’associazione “Futuro@forense”, avv. Nicola Zanni, già Consigliere Coa, ha portato i saluti dell’associazione e del Direttivo, sottolineando l’importanza della formazione continua e, quindi, dell’attività convegnistica svolta anche in collaborazione con “La Forza delle Donne”, rimarcandone la necessità e l’importanza  soprattutto in quelle figure professionali che ruotano attorno alla violenza intrafamiliare e al minore.

Il dibattito è stato moderato dalla sottoscritta, la quale, nel ribadire il ruolo dell’avvocato nella trattazione di questi temi, ha esortato a non assumere incarichi professionali senza quella dovuta attenzione e competenza.

Il convegno ha avuto l’onore ed il piacere di avere, tra i relatori, il Prof. Avv. Francesco Mazza, Docente di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Cassino, il quale ha sottolineato l’importanza delle ripercussioni, sulla personalità del minore, laddove vi siano situazioni conflittuali all’interno della famiglia; il Prof. Mazza ha anche evidenziato l’implicazione dei fattori esogeni della personalità del minore che possono avere notevole influenza sul minore stesso e nella sua crescita. Il relatore ha, poi, sottolineato che, sia nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, che nella Carta Europea dei diritti del Fanciullo del 1992, si era già dato rilievo alla figura del minore, così come nella Convenzione di Istanbul, dove, all’art. 22, si è prevista la predisposizione di servizi di supporto immediati e specializzati in sostegno delle vittime di violenza, circostanza che, oggi, appare ancora alquanto lontana, non essendovi fondi sufficienti anche per la formazione degli operatori. Il Prof. Mazza ha citato due importanti sentenze della Cassazione  (Cass. Sez. VI n. 19847/2022 e la S.C. n. 3377/2023) fondamentali in tema di attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa, spesso intrise da un senso di paura, umiliazione e di soggezione psicologica verso l’altro partner, nonché in tema di appropriato linguaggio terminologico e lessicale di cui devono essere permeate le sentenze dei nostri giudici; a tal proposito, il relatore ha citato il caso De Giorgi / Italia in cui la Corte Europea ha condannato il nostro Stato per non aver saputo fornire i giusti parametri, nonché distinguere i confini tra conflitto e violenza anche sotto il punto di vista lessicale.

Il dibattito è poi proseguito con l’intervento della nostra Consigliera Coa, l’Avv. Paola Perchinunno, la quale si è soffermata sulla figura del counselor/avvocato nella violenza intrafamiliare, il cui compito principale è quello di intercettare le forme di violenza. Anche la Collega Perchinunno si è soffermata sull’importanza della formazione professionale, la quale fornirebbe strumenti indispensabili per un migliore approccio ai conflitti intrafamiliari, nonché sull’uso corretto del linguaggio. La relatrice ha, poi, evidenziato alcuni aspetti fondamentali riguardante il minore sin dalla nascita: i suoi bisogni primari ed il legame “fusionale” che si crea con la mamma e che spesso porta a disfunzioni che si ripercuotono sul normale sviluppo del bambino; in adolescenza, invece, tale legame pare sgretolarsi poiché il genitore non viene più idealizzato come nell’infanzia e non viene più visto come amico, situazione di fronte alla quale spesso il genitore si trova impreparato.

E spesso la causa principale, nei casi di maltrattamenti in famiglia, deriva proprio dal conflitto nascosto, dai cattivi modelli di relazione familiare che vengono imitati e trasferiti nella coppia e che possono sfociare in violenza. Infine, la Consigliera Perchinunno ha evidenziato l’importanza della figura del coordinatore genitoriale prevista dall’art. 473 bis 26 cpc della Riforma Cartabia e sui piani genitoriali previsti all’art. 473 bis 12 cpc, i quali dovranno aiutare i due genitori a concentrarsi non tanto sulle ragioni del dissenso o sulle reciproche pretese, ma più che altro sulle concrete esigenze quotidiane dei figli.

Altra illustre relatrice è stata l’Avv. Amalia Sprovieri del Foro di Roma, dello studio Meplaw, la quale si è soffermata sui compiti del difensore nei confronti del proprio assistito, principalmente nel sostegno e aiuto a recuperare il ruolo e la dignità di ogni singolo individuo e nella più efficace forma di attenzione da porre verso i soggetti più fragili. Anche la Collega Sprovieri ha ribadito l’importanza del linguaggio di genere, della multidisciplinarietà della formazione specie nell’ambito della tutela degli interessi delle persone più fragili (la formazione è indispensabile nel dirimere i conflitti senza esacerbarli) e della specializzazione che deve seguire quelle che sono le nostre capacità e la nostra indole. La relatrice ha, poi, evidenziato che, ancora oggi, nei reati intra familiari, la donna è la figura economicamente più debole, situazione di cui approfitta il carnefice, figura predominante anche sotto questo punto di vista. L’avv. Sprovieri ha portato l’attenzione anche sulla certificazione di parità nel mondo del lavoro che risulterebbe essere un ottimo incentivo per le imprese e i datori di lavoro; la certificazione, infatti, ha l’obiettivo di incentivare le aziende ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere e consente di avviare un percorso virtuoso di cambiamento culturale nell’ organizzazione aziendale per raggiungere l’equità di genere e beneficiare di vantaggi concreti.

I lavori si sono conclusi con l’avv. Tiziana Cucci, componente dell’area legale dell’associazione La Forza delle Donne, la quale, nel riassumere tutte le riflessioni dei vari relatori, ha dato vita ad un ampio dibattito nel quale sono intervenuti i Colleghi presenti e che ha fatto emergere le criticità del nostro sistema giudiziario anche attraverso l’esposizione di casi concreti.

Maria Antonietta Labianca

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