E’ storia di qualche mese: insediatosi il nuovo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, il 31 Gennaio scorso, e messe le mani nelle carte, ci si è accorti di come vi sia stato – nel recente passato – una (per dirla in maniera brutale e come già detta) gestione allegra delle risorse del COA. Così allegra che – in occasione della approvazione del consuntivo ’22 – la attuale Tesoriera, Roberta De Siati, ha mostrato dei dati attestanti impietosamente la situazione economica dell’Ordine (su cui grava una invereconda morosità che non si è voluta perseguire perché pareva brutto chiedere la tassa di conservazione all’Albo – di fatto facendo affidamento su chi coscienziosamente pagava quanto dovuto).
Una delle voci che, inesorabilmente, è stata toccata dalla cesoia della Tesoreria, è stata quella relativa alla Formazione Professionale, con un azzeramento pressoché totale dei contributi in favore delle Associazioni che fanno formazione.
Sul punto però dobbiamo essere chiari: l’Ordine degli Avvocati di Bari garantisce la formazione gratuita per gli iscritti e la formazione è svolta direttamente dallo stesso Ordine e dalle Associazioni del territorio (tra le quali ricordiamo Futuro@Forense).
In passato qualcuno si era lamentato del fatto che alle Associazioni fossero stati concessi dei contributi, dall’Ordine, proprio per organizzare convegni; e tali lamentele (montate ad arte da chi voleva passare per moralizzatore dei costumi, essendo piuttosto populista) partivano da un presupposto: se una Associazione vuole coadiuvare l’Ordine nella formazione, non deve chiedere soldi all’Ordine stesso, ma deve mettere mano alla propria tasca.
Ad onor del vero, questo principio potrebbe essere, in teoria, pure condivisibile. Il problema è che qualcuno – forse sfruttando la manica larga di soggetti compiacenti (che ora occupano posti di rilievo, nelle Istituzioni Forensi) – ne ha approfittato. Non ricordiamo, per pietas cristiana, i generosi contributi all’Università e/o ad altre Associazioni che, con la Avvocatura, poco o nulla hanno a che fare, sul presupposto che la Avvocatura deve parlare alla gente.
E sfruttando questo mantra, si è assistiti ad una questua continua, da parte di alcune Associazioni le quali, sbandierando la formazione di qualità e quasi arrogandosi (in base ad una investitura piovuta dal Cielo) il diritto di mortificare la formazione della concorrenza, hanno rivendicato – in maniera stizzita e sgraziata – il diritto all’obolo. Noi siamo bravi e ci dovete sovvenzionare; gli altri sono reietti e fanno formazione di quart’ordine. Salvo poi andare a cena con i relatori e dire ad alcuni Consiglieri non ben accetti di non poterli invitare perché la spesa relativa non era stata preventivata.
Questione di punti di vista, certo! Ma v’è da dire che quasi tutte le Associazioni fanno formazione a proprie spese; e fanno formazione di qualità! E, scusate l’immodestia, la nostra Associazione è tra queste.
Gli ultimi eventi formativi ci hanno visti protagonisti ed il gradimento dei partecipanti agli stessi è stato evidenziato: infatti hanno assistito decine di colleghi interessati agli argomenti trattati e che, alla fine delle relazioni, hanno posto varie domande ai relatori in un clima disteso e di confronto fra Colleghi.
Gli eventi ultimi, quindi, hanno rafforzato in noi l’idea che si può fare formazione di qualità senza bussare a denari, sul presupposto che solo io faccio formazione altamente qualificata. E, onestamente, la nostra Associazione continuerà sulla strada intrapresa sin dalla sua costituzione: formazione di qualità a spese nostre!
E l’Ordine potrà contare sempre sul nostro appoggio, in tal senso.
Nicola Zanni*
*Presidente di Futuro@Forense