Nella splendida ed austera cornice della Biblioteca del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari (da sempre sede prediletta degli eventi formativi della nostra Associazione), il 20 Settembre 2023, si è tenuto l’evento dal titolo La crisi della Avvocatura come corpo intermedio che si proponeva di sollecitare il dibattito e quasi sobillare le coscienze sopite di chi, pur vivendo sulla propria pelle la crisi che – da tanto tempo – attanaglia la Avvocatura, sotto ogni punto di vista.
In occasione dell’incontro – moderato dal Presidente della Associazione Futuro@Forense – hanno relazionato il Prof. Roberto Voza (attualmente Ordinario di Diritto del Lavoro presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Aldo Moro di Bari, già Direttore del menzionato Dipartimento e che, prima della scelta accademica, era uno stimato giuslavorista) e l’Avv. Manuel Virgintino (che tutti ricordiamo nelle vesti di Consigliere dell’Ordine, Presidente del Coa Bari sino al Dicembre 2014 e Delegato al Consiglio Nazionale Forense, per il Distretto della Corte d’Appello, per la Consiliatura 2019 – 2022). Ed allo stesso incontro hanno assistito – in maniera appassionata – tanti Colleghi, mossi sicuramente (più che dalla necessità di recuperare i crediti formativi per il 2023) dalla curiosità di ricevere risposte ai propri dubbi su questa Professione.
Il Prof. Roberto Voza (il quale relazionava su quale formazione per quale Avvocato?), partendo dal presupposto che la tematica della formazione non può essere disgiunta dalla tematica della evoluzione della Professione, ha posto in evidenza la necessità di stimolare, sin dall’università, coloro i quali saranno i Giuristi di domani. A tal proposito, il Prof. Roberto Voza ha evidenziato (e con un certo legittimo orgoglio!) che il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari, negli anni scorsi, ha stipulato un Accordo con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari circa la c. d. pratica anticipata. Tale accordo prevede che gli studenti che sono in procinto di laurearsi, possono richiedere l’iscrizione al Registro dei Praticanti Avvocati sei mesi prima della data presumibile della laurea, riducendo – post lauream – il termine di tirocinio (fissato dalla Legge, a 18 mesi) a soli 12 mesi. Lo stesso Docente ha altresì fatto presente all’uditorio che l’obiettivo della multidisciplinarietà (strettamente connessa alla figura dell’Avvocato quale solving problem) viene cercato sin dall’università, attraverso strumenti pratici (ad esempio, le cliniche del diritto) i quali devono stimolare il confronto e il dibattito costruttivo fra gli studenti ed i Docenti, proprio in vista della Professione che alcuni studenti dovranno intraprendere (la Professione Forense, appunto).
Proprio questo stimolo al confronto ed al dibattito (che di fatto determina il superamento della funzione staticamente cattedratica degli studi universitari, come si è stati abituati a vedere, finora) dovrebbe abituare a stare nella realtà, con il Giurista che agli studi normativi e giurisprudenziali unisce la capacità di affrontare e risolvere praticamente i casi che, di volta in volta, vengono sottoposti alla sua attenzione. Non più topo di biblioteca (infarcito di nozioni e chino sui libri) quindi, ma soprattutto Giurista attivo nella gestione e nella risoluzione pratica dei problemi posti alla sua attenzione.
Infine il Prof. Roberto Voza (partito dalla considerazione che ormai la funzione di tutela dei diritti del cittadino più debole ha dovuto cedere ad una sorta di distruzione della Giurisdizione, in favore di misure alternative alla risoluzione dei conflitti, e al fatto che la Professione Forense è cambiata) ha fatto un riferimento alla necessità che anche la disciplina degli Ordini sia più agile, adeguandosi a quella che è la realtà e procedendo alla formazione in senso attuale degli iscritti (preparazione, confronto e sollecitazione delle funzioni di solving problem affidate agli iscritti).
L’Avv. Manuel Virgintino (il quale ha affrontato l’argomento la crisi della Avvocatura quale corpo intermedio: cause e rimedi), partendo dal concetto di interdisciplinarietà e da quello di “Avvocatura – corpo intermedio” (vale a dire, sistema che deve tutelare gli appartenenti agli Albi), per sviluppare il suo ragionamento, ha effettuato un richiamo concreto alla situazione attuale, citando i rapporti Censis che annualmente Cassa Forense diffonde. Tali rapporti, potendo essere presi come esempio per tastare la situazione reale della Avvocatura, oltre a rappresentare un elemento generale sullo stato della categoria, certifica duramente la realtà dei fatti (e cioè che metà degli iscritti è in ambasce).
In questo discorso, il relatore ha inserito la opportunità di considerare la nostra categoria quale corpo intermedio, ponendo (al centro del discorso) la figura dell’Ordine Professionale, alla luce delle previsioni di cui alla Legge Professionale. Gli Ordini, infatti, sono da considerarsi corpi intermedi proprio perché – per ciò che dice la legge e ciò che, in pratica, sono (rappresentanti del Foro) possono e devono considerarsi un punto di riferimento tra la base e le Istituzioni.
A giudizio dell’Avv. Virgintino, la tutela della categoria dovrebbe prendere le mosse da una maggiore presa di coscienza degli iscritti (che, attualmente, sono circa 240.000), partendo proprio dalla Legge Professionale e dalla eliminazione di tanti lacci e lacciuoli che – disperdendo idee ed azioni comuni della Avvocatura, in vari rivoli – di fatto impediscono alla categoria di essere rappresentativi all’esterno e (di fatto) rendono la stessa poco credibile (o, comunque, inaffidabile) agli occhi del mondo esterno (Magistratura e Politica, in primis). Dopo una critica alla proliferazione di istituzioni (all’interno delle Istituzioni Forensi), egli ha evidenziato la necessità che la Avvocatura parli con un’unica voce – che lo stesso Virgintino ha individuato nel Consiglio Nazionale Forense il quale – ai sensi dell’art. 34, c. 1, lettera a, Legge Professionale – “ha in via esclusiva la rappresentanza istituzionale dell’avvocatura a livello nazionale e promuove i rapporti con le istituzioni e le pubbliche amministrazioni competenti”. A giudizio del relatore, quindi, perché si possa riprendere la credibilità persa, sarebbe opportuno rafforzare proprio il CNF, cercando di non sminuirne dall’esterno la portata politica.
Infine, è stato affrontato il problema della perdita di credibilità della Avvocatura, presso la società civile. Perché l’opinione pubblica non ci tiene nella dovuta considerazione, nonostante il ruolo di difensori del diritto, nelle competenti sedi? Perché non si riesce a fare breccia nella collettività e, nei confronti della categoria, c’è sempre molta diffidenza? L’Avv. Virgintino ha fornito la sua interpretazione, circa questo stato delle cose, individuando le soluzioni.
In primis, ci si è soffermati sulla necessità di parlare con una sola voce, la qual circostanza darebbe maggiore credibilità alla categoria. Inoltre, il relatore ha affermato la necessità di rispettare la Legge, facendo pulizia per il tramite dei Consigli Distrettuali di Disciplina. Infine, lo stesso relatore ha auspicato una sorta di certificazione di qualità degli Avvocati i quali, per poter esercitare la Professione, devono essere in regola con gli obblighi di Legge, sotto ogni punto di vista (in primis, quello contributivo).
L’evento ha suscitato molto interesse tra i Colleghi che vi hanno partecipato e, sicuramente, ha rappresentato un punto di partenza, nella discussione, augurandoci che la discussione non si fermi al singolo evento formativo (ma prosegua in futuro).
Prossima tappa degli eventi formativi della nostra Associazione: 25 Settembre 2023, ore 15, in Biblioteca, con l’ultimo evento del ciclo “Il procedimento disciplinare – udienza dibattimentale ed impugnazione del provvedimento”, relatori i chiarissimi Avvocati Stefania Ciocchetti (Vice – Presidente del CDD Bari) e Nicola Scognamillo (Consigliere Distrettuale di Disciplina dal 2014 al 2022).
Noi ci siamo!
Nicola Zanni