“E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Dante, Inferno XXXIV, 139)
Il 4 Dicembre 2023, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, il suo Presidente, i Consiglieri presenti hanno spiegato alla Assemblea degli iscritti cosa succederà, nel 2024. Si parlava di adeguamento della tassa di conservazione all’Albo, nel 2024. E l’adeguamento non sarà una passeggiata di salute: 290 euro per i cassazionisti (fino ad oggi ne hanno versati 170), 220 euro per i non cassazionisti (fino ad oggi ne hanno versato 140,00). Obiettivi il pareggio di bilancio e la garanzia dei servizi che un Ente Pubblico non economico (quale l’Ordine degli Avvocati) deve soddisfare, per il bene degli iscritti.
Apprezzabile il discorso del Presidente, soprattutto nella parte in cui ha parlato di soldi degli Avvocati, mentre fino a ieri si parlava di soldi del Consiglio. Già alla Assemblea di approvazione dei bilanci del 28 Aprile 2023, erano venute fuori delle mostruosità che solo chi non voleva vedere, non vedeva. Mentre qualcuno – assurgendo al ruolo di Cassandra, tra una risatina di scherno e generali smorfie di disappunto (“Zanni chi?”, di cialtroniana memoria) – diceva che la barca stava affondando.
Soldi degli Avvocati, appunto. Soldi degli Avvocati che, ligi al rispetto delle regole, hanno sempre adempiuto agli obblighi su di loro gravanti; soldi degli Avvocati che hanno sempre versato nei termini previsti, quanto da loro dovuto; mentre qualcun altro – forse perché ritenentesi più furbo (o forse perché riteneva gli altri più idioti) – non rispettava le regole. I momenti difficili sono per tutti, è innegabile. Ma fino ad oggi il mantra è stato “il più scemo cresce la casa”, dove il più scemo è quello che rispetta le regole (e di scemi ce ne sono stati tanti, in evidenza).
Un dato è stato volutamente evitato, nel nome del sforziamoci tutti per la collettività: una morosità ignobile che, dal 31 Gennaio 2023 (data dell’insediamento del Consiglio) ad oggi ha (ri)portato nelle casse del nostro Ordine, circa 350.000,00 (trecentocinquantamila/00) euro). Altro che abbiamo lasciato i conti in ordine …
A nessuno piace dover pagare di più, tanto più se – come qualcuno diceva – “la scelta di non vessare i colleghi, è stata una scelta politica”, di fatto disabituando gli Avvocati, al rispetto di varie Leggi, in primis quella del vivere civile. La scelta è stata quindi imposta e purtroppo la dobbiamo subire. Tutti.
E chi non la rispetta, dovrà soggiacere alle ferree regole della Legge: sospensione amministrativa e recupero coattivo del credito. Perché mai più il più scemo deve crescere la casa. E soprattutto perché i conti possano tornare a posto, garantendo un corretto e sano andamento della macchina amministrativa, potendoci garantire (finalmente) di riveder le stelle, dopo un cammino (reticentemente) fino ad oggi irto, dove il motto va tutto bene, madama la marchesa la ha fatta da padrona.
Nicola Zanni*
Direttore Editoriale di Futuro@Forense