Uffici del Giudice di Pace, allocazione precaria e soluzione del problema

Gli Uffici del Giudice di Pace di Bari costituiscono una vexata qaestio sin da quando, il 1° Maggio 1995, dopo la previsione legislativa della figura del Giudice di Pace quale esercente la funzione Giurisdizionale, furono allocati al Quartiere San Paolo (alla Traversa 75 del Viale Europa), dove attualmente si trovano.

Al netto di ogni considerazione sulla funzione Giurisdizionale del Giudice di Pace in generale e sui disagi generalizzati che una tale sistemazione, nel tempo, ha suscitato, v’è da dire che qualche disquisizione particolare, dopo quasi trent’anni dalla allocazione degli Uffici del Giudice di Pace là dove gli stessi oggi sono, si appalesa quanto meno necessaria, non fosse altro perché – è innegabile – la struttura (fuori dai giri ordinari del Palazzo di Giustizia di Piazza de Nicola e del Tribunale penale di Via Dioguardi, tanto per citarne due) costituisce un unicum nel suo genere e, sotto alcuni punti di vista, rappresenta una scelta (fatta a suo tempo) abbastanza discutibile e che sembra essere stata presa sulla testa della Avvocatura.

Come è noto ai frequentatori del Giudice di Pace, gli uffici, di proprietà privata (e per cui il Ministero di Giustizia versa annualmente un canone di locazione che si suppone cospicuo), sono situati al primo piano di un condominio e sono serviti – attualmente – da un solo ascensore (fino a una quindicina di anni fa gli ascensori in funzione erano due) e da una scala a chiocciola in cemento, esterna al palazzo. Ora, qualcuno potrà obiettare che, comunque, è garantito l’accesso ai menzionati Uffici, ed anche con una certa regolarità.

Ma c’è un ma …

Infatti capita che, talvolta l’unico ascensore in funzione decida di rompersi e, prima che ne venga disposto il ripristino (non dimentichiamoci che l’ascensore che porta al piano degli Uffici, è condominiale), passa qualche giorno, con buona pace di chi le scale – suo malgrado – non può salirle e scenderle. Infatti (nonostante gli eugenisti) ricordiamo (come sempre, prima di tutto a noi stessi) che il mondo è vario e a questo appartengono anche coloro i quali normodotati non sono e che, dunque, in situazioni del genere, di certo non possono accedere ai menzionati Uffici. Peraltro (e forse incidentalmente, ma non ne siamo sicuri!) fra i non normodotati vi sono anche Avvocati che, bontà loro!, esistono e vanno là per lavorare.

Il problema è noto da sempre e, forse, ora è arrivato il momento di affrontarlo seriamente, visto che – in attesa del Polo della Giustizia e del trasferimento di tutti gli uffici Giudiziari a Carrassi – comunque finalmente si mostrerebbe sensibilità verso un problema che, forse, fino ad oggi è stato affrontato con distacco (o, più semplicemente, non è stato affrontato) da chi avrebbe potuto e dovuto cercare delle soluzioni ai disagi che, quotidianamente, pochi fortunati (si colga l’ironia del sostantivo) sopportano per tutelare i diritti degli assistiti.

Figli di un dio minore o, piuttosto, mero disinteresse generale?

Le soluzioni ci sarebbero (ad esempio, prevedendo lo spostamento temporaneo in strutture di proprietà Ministeriali per cui il Ministero di Giustizia non dovrebbe sborsare alcunché). La Commissione Edilizia Giudiziaria istituita presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari ha individuato una possibile soluzione del problema, proprio nel senso su indicato. Ed il COA chiederà la convocazione monotematica sul punto, della Conferenza Permanente perché la questione sia affrontata a più alti livelli. Perché ora è arrivato il momento di non rimanere supini davanti alle decisioni che ci vengono imposte.

Ed il cambio di passo, rispetto al passato (quando le decisioni venivano assunte sentito il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari, il quale agiva motu proprio e senza ascoltare il parere del Consiglio) si vede. E per fortuna (con buona pace di ciarlatano di ogni risma ed homines nequam)

            Nicola Zanni 

 

Author: admin