Sostenibilità sociale ed economica della imprenditoria femminile

Nella II giornata dell’Avvocatura, organizzata dall’ass. Futuro Forense e svoltasi il 10 ottobre scorso, la prima delle 4 sessioni recava il titolo “Sostenibilità sociale ed economica della imprenditoria femminile”. La sottoscritta, moderatrice della sessione, ha introdotto l’argomendo facendo una prima osservazione sullo stato dell’arte in tema di “parità di genere e ruolo delle donne”, ove tanto è stato fatto, almeno in superficie, al punto da sembrare quasi superfluo ribadire il concetto che le donne abbiano pari diritti e pari opportunità degli uomini. Eppure dalle cronache quotidiane vediamo come ai progressi culturali non sono seguiti i fatti, se ancora sono tanti i femminicidi, se la disparità di reddito nelle stesse posizione lavorative è ancora grande, se i ruoli apicali o manageriali sono di fatto riservati agli uomini, se la povertà è più forte tra le persone anziane di sesso femminile che di quello maschile. Per il  prossimo futuro, l’Agenda 2030 ha fissato al quinto posto, tra i propri obiettivi  per lo “sviluppo sostenibile”, il raggiungimento effettivo della parità di genere.

Successivamente, ha preso la parola l’avvocata Roberta De Siati, Consigliera Tesoriera del COA Bari, la quale ha riportato la propria esperienza di Consigliera di Parità della Regione Puglia, evidenziando le criticità, ma, altresì, le opportunità che l’imprenditoria femminile offre per raggiungere una parità di genere che miri ad eliminare le forti disuglianze, anche sul piano economico, tra i due generi.

E’ intervenuta, poi, la Collega Krizia Colaianni, già fondatrice dell’ass. La Forza delle Donne e Vice Presidente della Commissione Permanente Sport, Cultura e Welfare d’accesso del V Municipio di Bari, la quale ha evidenziato quali sono i dati statistici del momento e il raggiungimento di diversi obiettivi previsti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Mirando allo “sviluppo sostenibile” per il 2030 si dovrebbe, invece, iniziare a comprendere che non è questione di “fare un favore alle donne”, ma di riconoscere che se il progresso è diventato insostenibile è proprio perchè era costruito da uno sguardo dimezzato (e quindi falsato) sulla vita e sul pianeta. Per realizzare i target individuati dall’Agenda 2030, bisogna innescare innanzitutto un cambiamento di mentalità: l’educazione è fondamentale, ma anche l’impegno individuale conta. Dare più spazio alle donne, far sì che raggiungano posizioni apicali nella politica e nell’economia, può essere il primo passo di una vera rivoluzione. Le donne hanno un enorme potenziale, possono farsi portatrici di una visione alternativa a quella dominante, strettamente legata a un punto di vista unicamente maschile, su questioni centrali come l’economia, l’ambiente, le relazioni sociali. Sostenere le donne nella loro lotta per la parità non è solo un esercizio di civiltà. Un maggior numero di donne in posizioni decisionali è un vantaggio per l’intera società. L’Agenda 2030 punta, per questo motivo, nella direzione giusta: ora, la vera sfida è abbattere i pregiudizi che circondano l’universo femminile e che a volte sono alimentati dalle donne stesse. Solidarietà e fiducia, questi sono i principi cardine. E poi rispetto, perché prima di essere donne e uomini siamo esseri umani, e nessuna differenza può oscurare questa fondamentale uguaglianza.

Non è più in gioco solo una questione di diritti di una parte del genere umano, ma di responsabilità da condividere insieme per un futuro migliore perchè il ruolo della donna nella sostenibilità sociale, economica e gestionale è cruciale per il progresso e lo sviluppo sostenibile delle società moderne.

Maria Antonietta Labianca

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