Di fronte ai numeri, assenze “giustificate”

Il re è nudo e non gli conviene farsi vedere troppo in giro.

Il motto “la nostra politica è quella di non vessare i colleghi” (come se richiedere ai morosi, di pagare la tassa di conservazione all’Albo sia una vessazione) ha portato, nel recente passato, ad un buco mostruoso nelle casse dell’Ordine, buco che – solo a seguito di una cura draconiana (sfociata in aumenti degli importi dovuti a titolo di tassa di conservazione) – è stato ripianato per intero.

In occasione della assemblea di approvazione del bilancio preventivo ’25, avvenuta il 18 Dicembre 2024, mancavano gli artefici della politica della “non vessazione” ed i loro fidi scudieri. Quante risate ho dovuto sopportare, in Consiglio, quando dicevo che i bilanci che si stavano portando in assemblea, erano delle porcherie; quanti insulti (mai manifestati alla mia presenza, si badi bene!) mi sono stati riferiti; quanti danni sono stati fatti da incoscienti gestioni fondate sullo spiccio clientelismo elettorale (come se il posto in Consiglio fosse il top cui un Avvocato deve aspirare) e sul dubbio populismo che ha portato taluni (apicali e bassa manovalanza) a dimenticare che gli Ordini (pianno o no!) sono enti pubblici non economici.

Le cifre parlano da sole, i numeri dicono molto di più di quello che si vuol far credere; e 1 + 1 fa sempre due, checché ne possano dire gli esperti del populismo. Il motto “il più scemo cresce la casa” non vale più. Se prima si faceva affidamento sulla maggioranza dei Colleghi che pagavano la tassa (lasciando che altri dormissero sogni beati – e i dati dei consuntivi fino al ’22 parlano chiaro), oggi la pacchia è finita.

Il re è nudo, gli scudieri si nascondono e fanno bene.

Non sarà sufficiente il periodo di riflessione imposto dalla Legge Falanga per consentire a tutti (buoni e cattivi) di ripulirsi coscienza ed immagine. Tutti sanno, tutti hanno capito, tutti ricordano.

Ed allora è meglio non farsi vedere alle assemblee in cui si parla di numeri, morosità e bilanci. Le spiegazioni, i giri di parole, i ghirigori non sarebbero più sufficienti.

E’ passato il tempo delle chiacchiere che hanno portato a danni evidenti (e che ci hanno portato ad un passo del secondo commissariamento, dopo l’onta del commissariamento del 2017). Ora la pacchia è finita.

E magari si chieda scusa!

            Nicola Zanni

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