
Ritengo di dover pubblicare su queste pagine “avvocatesche” una lettera dal carcere di un “ospite” d’eccellenza, Gianni Alemanno, che dal 31 dicembre 2024 è ristretto in quel di Rebibbia per aver violato le norme sulla libertà vigilata, “beneficio” concessogli in seguito alla condanna per il discusso reato di “traffico di influenze”. Questo accade mentre a Bari il tema dell’edilizia carceraria non è ancora visto come business dai mattonari locali e dunque lungi dall’essere affrontato dalle istituzioni.
Paolo Scagliarini