Sulla strada del baratro

E’ stata tua la colpa; allora, adesso, che vuoi! Volevi diventare come uno di noi” (E. Bennato)

Non ho tempo da perdere con voi, stupidi affaccendati; sto correndo al paese dei balocchi.

E’ inutile che vi affanniate a spiegarmi il significato di “rispetto delle Istituzioni” e di “coerenza”; sono termini desueti e che – profferiti da chi ha dimostrato di non rispettarli, in nome del proprio (insuperabile ed innegabile) “proprio interesse” – fanno capire quale valore ormai abbiano raggiunto.

Doppio mandato? E che è? Si mangia?

Adempimento di una obbligazione nei confronti di un collega, per aver, egli, esercitato la nobile arte della Avvocatura? Perché? Qualcosa è dovuto?

Tanto che gliene frega a lor signori: ormai chi rompe, paga (ed i cocci li piangono quelli che vengono dopo)!

La fine è vicina e dobbiamo tutti scappare. La nostra pellaccia val bene una fuga!

Ma ora basta a parlare: scappo perché il carro trainato da cento somari sta aspettando me e Pinocchio (notoriamente un burattino bugiardo, nonostante egli faccia di tutto – a mani giunte e con voce quasi convincente – per far capire che gli altri sono brutti e la colpa non è mai la sua).

Il paese dei balocchi ci sta aspettando!!

Come dite? I somari che trainano il carro, sono quelli che stanno causando danni?

Meglio! La strada per il baratro la conoscono bene, allora!

Tanto la colpa è sempre degli altri (e, visto che ci siamo, la colpa è anche di Pinocchio che, avvisato più volte, sta guidando questo carro di asini che verranno venduti al mercato – e saranno pure contenti di essere asini venduti)!

            Lucignolo

 

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