Era il 31 Dicembre del 2019, quando – proprio sulle pagine del nostro giornale – parlavamo del vuoto cosmico intorno alla presunta Cittadella della Giustizia.
Era il 31 Dicembre del 2019, quando – sempre dalle pagine del nostro giornale – parlavamo delle speranze che la Avvocatura barese riponeva (erroneamente od oniricamente, scegliete voi!) nelle parole scambiate tra ministri che (in diretta Facebook) annunziavano in pompa magna, la costruzione imminente della Cittadella e Sindaci di Bari (che, sempre in pompa magna e freschi di rielezione, si compiacevano delle solide certezze del bonafede di turno).
E’ passato qualche mese da quando sempre il sindaco ha annunziato che mò mò si doveva iniziare la costruzione della Cittadella e qualcun altro che quasi sognava una Cittadella con piscine, spazi per i bambini ed un’area per i cani. Mancavano i venditori di gadget e di pop corn e ci saremmo trovati nello stadio del Manchester United.
Ad ogni squillo di tromba corrispondevano un grido di giubilo e fuochi d’artificio. Salvo poi sentire che per la realizzazione del primo lotto della Cittadella, bisognerà aspettare il 2028 (come dicono a Bolzano, ad andare bene). Ed i fuochi di artificio, come per incanto, si sono rivelati per quello che sono: delle balle mostruose!
Era l’Ottobre 2013 (il 25 Ottobre 2013, per la precisione), quando varie associazioni baresi e l’ANM Distrettuale riuscirono a riunirsi intorno ad un tavolo per parlare di Manutenzione straordinaria dei palazzi di Giustizia. Fu un evento epocale: mai prima di allora l’argomento era stato trattato, anche perché c’era paura a parlare (sia pur di striscio) di edilizia Giudiziaria, argomento che divideva la politica, pur non essendo politico.
Chi vi scrive, oltre a riunire intorno ad un tavolo varie associazioni e colleghi, si accollò anche un grosso fardello (e che fardello!): chiedere la disponibilità dell’Aula Magna della Corte d’Appello di Bari, per l’evento, disponibilità concessa dall’allora Presidente della Corte d’Appello, dopo ben 6 ore di attesa e non senza cazziatone a quel poveretto che si era messo in testa di parlare dell’argomento.
Quel giorno mancava solo il rappresentante del Comune di Bari che, fino alle 14,00, era dato per presente all’evento (mentre era, in realtà, a Firenze per motivi di partito – ma non si poteva dire ciò, all’evento).
Lacci e lacciuoli, una burocrazia spaventosa e – ci sia consentito dirlo! – una disorganizzazione da terzo mondo impediscono a questo Foro (che è pur sempre il 5° Foro di Italia) di avere una sede Giudiziaria adeguata.
Oggi, però, in tanti dovrebbero avere il buon gusto di tacere.
Non possono parlare quelli che hanno permesso di perdere i fondi che poi sono andati a finire a Firenze (e si vede come questi sono stati spesi!).
Non possono parlare quanti non hanno mai preso posizione se non dopo il 2013.
Non possono parlare quanti per ogni dove hanno (superficialmente) gioito per la costruzione della Cittadella a Carrassi, ignorando (o facendo finta di ignorare) che vi sono vincoli demaniali e di Piano Regolatore che bloccherebbero l’opera.
Nel 2023 ci saranno le elezioni del COA e nel 2024 ci saranno le elezioni al Comune di Bari: in questi anni ne vedremo e ne sentiremo delle belle (o delle balle) ed aspettiamoci di sentir parlare anche di eliminazione del vento a Candela o della nebbia in Val Padana.
Semel in anno licet insanire, si dice quando si parla di Carnevale. Ma qui sembra Carnevale tutto l’anno e per tanti e tanti anni ancora.
P.S. Io – se tutto dovesse andare secondo i miei piani e Cristo non mi dovesse chiamare prima – dovrei andare in pensione il 1° Luglio 2037, a 70 anni di età. Non bevo (più) birra, ma spero sempre di campare cent’anni.
Tuttavia di tre cose sono sicuro: della morte, che la Cittadella della Giustizia rimarrà la Cittadella dei Sogni (tra biciclette, piscine, fast food per le vie e Palazzi di Giustizia che non cadono) e che, fino ad allora, si alzerà sempre qualche buontempone (politico e dei nostri) per dire trionfante “Habemus Cittadellam”). Tra fuochi di artifici che riveleranno, ancora una volta, che si tratta di balle mostruose.
Una cosa però sarebbe auspicabile: se non avete nulla da dire, fate silenzio, per favore! Lo meritiamo un po’ tutti!
Nicola Zanni
Presidente di Futuro@Forense e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Bari