Il traditore, il tradimento e i mandanti

“La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.” Cantava il poeta De Gregori nel lontano 1985 a voler rappresentare quel meccanismo imperscrutabile che regola gli umani comportamenti della gente e di quelli che non sono stati scelti da nessuno e non faranno mai nulla di eclatante per essere ricordati.

Ma oggi non è un giorno qualunque nel quale possiamo giocare con De Gregori prendendo a prestito le sue parole per farne dardi infuocati da scagliare contro chi se lo merita. Oggi ricorre il “Feria Quinta in Coena Domini” momento di altissima importanza e valore, sicché mi tocca oltre alla normale ed istituzionale moral suasion, ricordarVi di evitare di dispensare baci soprattutto in questo periodo (e non mi riferisco alle attuali prescrizioni in materia di igiene e sanità) se non siete proprio sicuri del Vostro sentimento.

La mente corre veloce all’apostolo Giuda ed al quel bacio che duemila e passa anni fa ha cambiato il corso della storia.
“Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi» (Matteo 27:3-5)

Così l’apostolo Matteo narra, all’interno del processo a Gesù, il pentimento di Giuda Iscariota per il tradimento ed il suo suicidio.
Tuttavia, per quanto qui d’interesse, assume particolare rilievo l’atteggiamento di coloro i quali indussero l’apostolo al tradimento che, dopo aver conseguito il proprio proposito, voltarono le spalle al traditore.
Tradire, deludere è molto spesso un esercizio inutile non fosse altro perché, e questo accade il più delle volte, colui che è ingannato è consapevole e cosciente di quello che sta accadendo.

«In verità Io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». (Matteo 26:21b-25)
Giuda è un poveraccio, un meschino (sebbene altre fonti riferiscono diversamente, ma questa è altra storia) ma chi sono IO per giudicare, così come fa l’evangelista?

Sicché agli infiniti Giuda che ci sono ed a quelli che arriveranno posso solo suggerire di gestire al meglio quei “trenta denari” e di riuscire a trovarne giovamento posto che il Tradito vi sarà sempre ed inesorabilmente davanti e voi resterete solo uno strumento del signore di turno.
E comunque, come diceva Jim Morrison “Non sono turbato perché mi hai tradito, ma perché non potrò più fidarmi di te!”

Fidatevi, io sono

il Grillo

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