Si assiste nel nostro “grande paese” ed in piena pandemia all’ennesimo scandalo per cui i più furbi vanno sempre avanti a discapito dei più deboli, intesi non solo nel senso degli indifesi, bensì nel senso di persone fragili nel corpo e nello spirito.
La Pasqua che dovrebbe insegnarci quanto sia stato grande il sacrificio fatto da Cristo sulla Croce per ciascuno di noi, ci mostra invece che non c’è nulla da fare, perché, in un modo o nell’altro, si deve passare avanti la fila come secondo il brocardo “homo homini lupus”.
E questo accade non solo nei supermercati o alla Posta (per questioni davvero futili), ma vale oggi ed in modo più evidente nella corsa ai vaccini.
Ed infatti, a parte lo scandalo dei furbetti dei vaccini (quelli cioè – giovani – che si sono formalmente iscritti ad associazioni di volontariato al solo scopo di raggirare l’ostacolo e farsi il vaccino), è di qualche giorno fa il proclama del Presidente del Consiglio Draghi per cui, parafrasando il suo messaggio, il criterio da seguire nella vaccinazione delle persone sarà solo quello dell’età e delle categorie fragili.
Con tale messaggio si è pensato o ci si è illusi – a parere di chi scrive – di aver messo un punto fermo sulla questione dei vaccini, chiudendo di fatto le porte alle “categorie” di appartenenza che, fino a quel momento, avevano guidato la campagna vaccinale, creando di fatto una enorme disparità di trattamento sul piano etico tra le persone.
E, guarda caso, la teoria è sempre molto diversa dalla pratica ed il nostro paese in questo detiene il guinness dei primati, perché nonostante le “buone intenzioni” e le frasi di stile – parlerei delle frasi di circostanza – ogni giorno vediamo persone che solo perché appartenenti a delle categorie (non sono né anziani, né fragili) ricevono il vaccino e si fanno pure un bel selfie e lo postano su Facebook.
Il buon gusto vorrebbe e avrebbe voluto che almeno ci si tenesse per sé certe esternazioni (Maria infatti serbava nel proprio cuore tutto ciò che si diceva di Gesù) ed, invece, il risultato è che si continua imperterriti a vaccinare “random” ovvero per “categorie” professionali.
Siamo, quindi, un paese di FIGLI e FIGLIASTRI e, di questo, dobbiamo farcene una ragione.
Si è assistito, infatti, ad un proliferare di nomine a cultori della materia in campo universitario che, di fatto, hanno permesso a stuolo di giovani di avere il vaccino.
Personale degli uffici vocati al front office che sono stati vaccinati per stare di fatto a casa in smart working, docenti vaccinati che insegnano da casa e così via poiché gli esempi si potrebbero moltiplicare.
Per non parlare di chi ha patologie assolutamente comuni (ipertensione per esempio) che non sono in alcun modo invalidanti e che, tutto ad un tratto, come magicamente sarebbero divenute una patologia che dovrebbero garantire una qualche priorità.
Ed invece magari c’è chi è un ex paziente oncologico (attualmente non in terapia per fortuna) e con il morbo di Parkinson, invalida al 100% e con la 104 che, di fatto, attenderà il proprio turno in base all’età senza lamentarsi e con grande dignità.
Per non parlare dei diabetici che attendono con pazienza il proprio turno pur essendo – di fatto perché previsto dalla legge – dei soggetti fragili.
Non ci si deve meravigliare, pertanto, se i Magistrati hanno “minacciato” – poi hanno fatto dietro front anzi hanno detto di essere stati fraintesi – di bloccare le attività.
Anche noi avvocati, infatti, potremmo rivendicare una qualche corsia preferenziale, ma pur appartenendo con orgoglio alla categoria degli operatori di giustizia, faccio prevalere il buon senso e la morale per cui è giusto che vengano vaccinati prima gli anziani ed i fragili e che si faccia un passo indietro, perché chi è giovane e in salute come chi scrive, deve aspettare il proprio turno senza cercare scorciatoie.
Auguro Buona Pasqua a Tutti – erga omnes – grandi e piccini, fragili e forti, fessi e furbi, figli e figliastri e preciso di essere contenta di appartenere da generazioni ad una famiglia di FIGLIASTRI.
Noi ci siamo!
Eugenia Acquafredda