Era il 20 Luglio 2019, quando – sulle pagine di questo giornale on line – fu pubblicato un articolo dal titolo “L’OCF ed il doppio mandato: io so’ io e voi …”. In particolare, facendo riferimento alla mozione Delogu (presentata all’OCF, nel Luglio ’19 ed avente ad oggetto la richiesta “che i Consiglieri dell’Ordine circondariali in condizione di ineleggibilità /incandidabilità presentino immediate dimissioni, a prescindere dalla pendenza di contenzioso elettorale; che analogo contegno sia tenuto dai Consiglieri Nazionali Forensi, nelle medesime condizioni, ripristinando la piena autorevolezza e legittimità del massimo organo istituzionale forense, in particolare nell’esercizio delle sue prerogative in ambito di giurisdizione domestica”), l’articolista auspicava un atto di coraggio e un passo indietro e la rinunzia ad un posto di rappresentante all’interno delle Istituzioni, stante il disagio causato dallo status di ineleggibile.
Da allora nulla è cambiato. E, nonostante le evidenze delle svariate sentenze delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione e della sentenza n. 173 del 2019 della Corte Costituzionale (e non del tribunale di Forum), nonché della Legge, ebbene la pervicacia dello spirito di servizio e l’attaccamento alle istituzioni sembrano permanere in capo a chi ha l’obbligo di rispettare, egli per primo, la Legge: e costui è l’avvocato.
Nel 2019 l’OCF (attinto da un problema di potenziale violazione del doppio mandato, proprio all’interno della sua Giunta Esecutiva), il problema non se lo pose.
Il 23 Luglio 2021 inizia la Sessione Ulteriore del Congresso di Catania, all’indomani della emissione – da parte della Corte d’Appello di Roma – della sentenza che, rigettando l’appello proposto dagli Avv. Andrea Mascherin + altri, ha confermato che il limite del doppio mandato vale anche per loro.
Sembrerebbe tutto chiaro. O forse no…
L’OCF, sempre ligio a prendere posizione su ogni cosa, sul punto (a distanza di qualche ora dalla pubblicazione di una sentenza così importante) tace. E questo silenzio vale più di mille parole.
Non si chiede, all’OCF, di battere un colpo. No. All’OCF si chiede di prendere atto della situazione e risolvere, una volta per tutte, il dilemma: voi che ne pensate?
Nicola Zanni
Direttore Editoriale di Futuro@Forense e Presidente di Futuro@Forense