“Eravamo quattro amici al bari che volevano cambiare il mondo”: questo è il motivetto che mi risuona in testa, in questa giornata uggiosa, mentre attendo – alla fermata del carro trainati dai somari – sia Pinocchio che il carro citato. E invidio quanti, davanti ad due coca e due caffè, dicono di voler cambiare il mondo, anche se – nei fatti – vogliono solo un attimo (ma proprio un attimo) di celebrità.
“Tanta gente, quanta gente c’è, tango, mambo, liscio, varieté. Tanta gente, quanta gente c’è, tango, mambo, liscio, varieté”. Ormai la vita tutta è diventata un cabaret, dove – con la scusa di avvicinare la gente al diritto ed alla Avvocatura – la formazione professionale si fa davanti ad un whisky e coca, ad un vodka lemon, ad uno sprtiz, ad un caffè.
“E poi ci troveremo come le star, a bere del whisky al Roxy Bar”. O forse ci troveremo un po’ brilli (o forse molto rincintrulliti di nostro) a fare eventi travestiti da idee innovative, per avvicinare le persone al nostro mondo. E la Avvocatura viene ridotta ad un fenomeno macchiettistico, da cabaret (o da avanspettacolo o da varietà). Ci manca solo il cafè chantant e l’opera è finita.
Pensavo che solo io e Pinocchio ambissimo ad ottenere la palma di Somari convinti dell’anno. Vedo che, invece, siamo stati superati e di tanto da altri grandi.
Ma sia chiaro che io rivendico la primogenitura di tanto ardire (o di cotanta asinaggine).
“Le stelle stanno in cielo e i sogni non lo so. So soltanto che son pochi quelli che si avverano”. I have a dream: un mondo in cui – tra un caffè ed un gin tonic – si perda la bussola tutti quanti. E poi la si ritrovi.
“Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante” (F. Nietzsche).
Ma mi sembra che qui il caos è tutto fuori e non si voglia far nulla per farlo rientrare.
E il carro trainato dai somari non passa (ed io mi sto bagnando tutto).
Lucignolo