Le elezioni (qualunque tipo di elezioni) sono sempre un ottimo banco di prova per testare il consenso raggiunto (ovviamente fino a quel
momento) da un singolo candidato e/o dal suo gruppo di riferimento. Ed anche le competizioni elettorali al COA ed al CPO non sfuggono a
queste dinamiche. I prossimi 17, 18, 19 e 20 gennaio 2023 anche la nostra Associazione sarà impegnata (sia pur in COAlizione) nelle kermesse elettorali relative a COA e CPO, non con il proprio simbolo, ma insieme a tante realtà associative territoriali e ad altri candidati di spessore, riuniti nel simbolo COAlizziamoci. L’occasione per cambiare – finalmente! – le cose (o, come si è avuto modo di ribadire in vari incontri, di mettere ordine nell’Ordine) viene data al Foro e (in tutta onestà) ci si augura che, dopo anni di immobilismo e di gestione personalistica del COA e del CPO le cose cambino radicalmente. Abbiamo visto a cosa ha portato questa gestione da faraone egizio, dell’Ordine e del CPO e, in tutta onestà, non se ne può più.
Abbiamo la speranza che, dopo la gestione Commissariale (seguente alla declaratoria di annullamento delle elezioni svoltesi nel marzo, nel
2017) e la sentenza CNF n. 12 del marzo di quest’anno (con cui è stata dichiarata la ineleggibilità del Consigliere Stefanì, Presidente del COA,
fino a quel momento, e che rappresenta l’apoteosi del divieto del doppio mandato), il Foro barese trovi pace. Ma forse il sentimento di
tranquillità e di pace (che tutti, a parole, desiderano) in pratica evidentemente non è sentimento condiviso, se è vero che (anche questa volta) taluno ha preferito candidarsi al COA, per la terza volta, ben conscio di poter essere attinto da eventuale ricorso al CNF, laddove eletto.
Sarebbe stato auspicabile un passo indietro, rispetto alla disponibilità a candidarsi, proprio in nome di un concetto più nobile e più alto: la pace nel Foro. Il nostro Foro è, invece, ancora una volta travagliato da personalismi di qualcuno, che – oggi – preferisce parlare di continuità, quando piuttosto si tratta di vera e propria perpetuatio del potere, mediante investitura del proprio successore. Esattamente come avveniva nell’antico Egitto e come avveniva nel tardo Impero. Peccato, però, che nel 476 d.C. Odoacre depose l’ultimo re dell’Impero Romano d’Occidente, Romolo Augusto, dando il via al Medio Evo, epopea di feudatari, valvassori, valvassini e servi della gleba (ciascuno poi ritrovi sé e gli altri in queste categorie).
Non ci auguriamo il Medio Evo, per il nostro Foro; ci auguriamo, piuttosto, una rinascita dopo quello che – a ragione – si può definire la
notte del Foro: sentenza di annullamento delle elezioni del 2015, gestione commissariale, 40.000,00 € tra compenso riconosciuto al
Commissario Giorgino e spese deliberate in favore di quest’ultimo e dei coadiutori (che hanno gestito l’Ordine tra il marzo 2017 e l’ottobre
2017), declaratoria di ineleggibilità di Stefanì (elezioni del gennaio 2019) e decadenza dalla carica di quest’ultimo, figuraccia fatta dalla
Commissione elettorale per le elezioni al COA (hanno ammesso la candidatura di un ineleggibile, eppure erano stati avvisati…) e sonora
bacchettata sulle mani dal CNF, nella sentenza n. 12/22, scandalo OCF con le dimissioni della giunta esecutiva dell’Organismo Nazionale
Forense, di cui faceva parte il predetto Stefanì.
Onore al merito di chi ha portato avanti la battaglia di Legalità!
È opportuno, oggi più che mai, un cambio di marcia, avvicinando sempre di più (ed in maniera reale e fattiva) la c.d. base al 6° piano. Non
basta più annuire a tutti, sorridere, abbracciare i Colleghi, andare per convegni biasciando qualcosa sulla Giurisdizione, sulla funzione sociale della Avvocatura e sull’Avvocato in Costituzione, stringere mani e presentare candidati Presidenti, parlando di presidenze bicefale e garantendo sulla fedeltà dei candidati Consiglieri ad un progetto. Quale progetto, poi? La sfilata al Piccinni per la consegna delle Toghe d’Oro?
Ad Aprile del 2020 (in pieno lockdown), si era arrivati al limite dell’ammissibile, con pochi soldi in cassa e la concreta possibilità di non
riuscire a gestire l’ordinaria amministrazione di un Ente Pubblico non economico (quale l’Ordine), con 10 dipendenti e circa 6900 iscritti
all’epoca. Vogliamo ancora rivivere una epopea così?
Ma ci auguriamo che ci sia aria nuova anche nel CPO, ingessato fra anni di cui non si ha alcuna notizia della sua attività, negli atti ufficiali
(infatti non si è mai saputo dove sono finiti i verbali della Consiliatura 2015-2018, anche se il sospetto è che questi verbali non ci siano) ed anni in cui – invece di pensare a temi seri, quali le reali Pari Opportunità in favore di tutti – si è preferito personalizzare la attività del Comitato, dedicando intere sedute a lettere (mai inviate) a Consiglieri dell’Ordine che osavano criticare l’(in)attività del Comitato stesso e della Presidente o a definire eticamente deplorevoli componenti di detto Comitato, solo perché non avevano preso le distanze da critiche feroci (ma giuste) nei confronti di alcuni componenti del CPO. E ci fermiamo qui…
Il CPO deve tornare ad essere quella Istituzione propositiva e autorevole come lo è stato fino a qualche anno fa, cioè fino a quando la serietà
è stata di casa, salvo poi fare spazio a tante disattenzioni (volontarie o colpose, non è importante). L’importanza del CPO è da tenere sempre
presente, considerato che la previsione dell’art. 25, ultimo comma, Legge Professionale non è stata messa lì giusto per scrivere una cosa. Però ci piacerebbe sapere perché, spesso, le riunioni del CPO non venivano convocate con regolarità, dimenticando che l’Istituzione è tale sempre e non solo quando conviene.
Dunque al COA ed al CPO si auspica un concreto cambio di marcia; e le possibilità ci sono. Il candidato Presidente al COA (Salvatore
D’Aluiso) e i vari candidati al Consiglio sono delle persone splendide, serie ed affidabili, nonché stimati Professionisti. Tra questi la nostra
Eugenia Acquafredda, Tesoriera delle nostra Associazione e attualmente componente del CPO. Sicuramente – laddove eletti – faranno molto
bene. Stessa cosa al CPO: le nostre Antonella Labianca e Krizia Colaianni sono candidate e noi ci auguriamo che vengano elette perché lo
meritano, per l’impegno che hanno profuso finora nella loro attività, a favore delle tematiche del CPO. Ma anche tutti i candidati di
COAlizziamoci al CPO (Olga Diasparro, Veralisa Massari, Umberto Pantanella, ma anche tutti gli altri componenti la lista) meritano fiducia (e noi gliela daremo).
In attesa degli esiti delle competizioni, porgiamo i nostri migliori in bocca al lupo a tutti i candidati, strizzando l’occhio (ci sia consentito
farlo) in particolare ai candidati della nostra lista al COA ed al CPO. A loro garantiremo appoggio senza se e senza ma, su tutti i fronti.
E a tutti quanti diciamo che, come sempre, NOI CI SIAMO!
Nicola Zanni
Direttore Editoriale di Futuro@Forense