La sospensione estiva dei termini processuali è già terminata da circa dieci giorni ed un nuovo anno giudiziario è cominciato. Le istituzioni, sempre più lontane dal mondo reale, celebrano il nuovo anno giudiziario, in pompa magna, dopo la settimana bianca, verso fine gennaio. Al contrario, la percezione degli addetti ai lavori è proprio che il 1° settembre (fatalità: capodanno del calendario giuliano bizantino) sia il primo giorno di un nuovo ciclo, di un nuovo anno lavorativo e quest’anno, coincidenza, ci ritroviamo anche un nuovo governo, nuovo salvo che per il comparto giustizia affidato in continuità ad Alfonso Bonafede.
Anno nuovo ma guai antichi per quanto riguarda l’edilizia giudiziaria a Bari.
Che sia civile o penale non cambia granché. Chi vorrà raggiungere i palazzi di giustizia dovrà ancora una volta armarsi di santa pazienza e di denaro perché la dispersione sul territorio costa, e costa non solo in termini economici ma anche ecologici.
Libertà per il civile e Poggiofranco per il penale sono i quartieri deputati provvisoriamente ad accogliere cittadini ed operatori di giustizia. Provvisoriamente perché si dice che sia stato sottoscritto un protocollo d’intesa che prevede la realizzazione di un Polo unico della giustizia ma oltre a ciò nient’altro. Il prossimo 16 settembre dovrebbe riunirsi la Conferenza permanente, si dovrebbe fare il punto per programmare la costruzione di questo fantomatico Polo che dovrebbe sorgere sulle aree delle ex caserme Capozzi e Milano ed attirare un volume di traffico notevole che andrà a sommarsi a quello notevole già esistente in loco. E non è che non ci fossero alternative. Altro progetto risalente a oltre vent’anni fa, del quale non si può neppure parlare perché il privato è il demonio ed il pubblico è l’acqua santa, prevedeva una cittadella della giustizia a ridosso della circonvallazione e quindi dell’autostrada, facilmente raggiungibile sia da Bari, sia dalle altre città. Non sbaglio se dico che questo progetto nel complesso edilizio prevedeva anche la realizzazione di un nuovo carcere collegato con le aule giudiziarie penali il che da sé avrebbe comportato un risparmio enorme per il comparto giustizia.
Ma non fasciamoci la testa prima di averla rotta definitivamente. Per oggi siamo ancora nelle condizioni provvisorie ed emergenziali e sappiamo bene cosa ciò significhi: non c’è cosa più stabile di quella provvisoria e del resto del ponte sullo stretto si parla dai tempi dei romani…
Dunque, anche per quest’anno c’è da vivere nel Palazzo di piazza De Nicola con tutte le sue deficienze strutturali. Una per tutte l’insufficienza di ascensori in perenne stato di manutenzione ed alcuni dei quali definitivamente abbandonati. Ci sarà da frequentare la ex Torre Telecom di via Dioguardi per le questioni penali. Relativamente a questa soluzione emergenziale basterebbe fare una passeggiata ai suoi piani per vedere come i corridoi siano stretti al punto da rendere difficile non solo l’attività professionale ma anche un eventuale piano di evacuazione dello stabile. Ultimo ma non ultimo lo stabile del San Paolo tenuto sotto scacco dai vandali in totale stato di degrado e che ad oggi impedisce ad un invalido di poter partecipare alle pubbliche udienze poiché i suoi due ascensori sono fuori uso.
Buon anno!
Paolo Scagliarini