Il C.N.A.F. contesta il bando di Cassa Forense per l’affidamento di incarico in materia specialistica per la presenza, in esso, della previsione di una selezione per censo.

E’ di questi giorni la pubblicazione, sul sito di Cassa Forense, di un Bando finalizzato al conferimento a studi legali di un incarico di consulenza specialistica stragiudiziale in materia di investimenti.
Gli studi legali che intendono partecipare a tale procedura di selezione devono sapere che il criterio utilizzato sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
Fino a qui nulla di strano. Anzi, l’uso della gara tra professionisti è uno strumento di partecipazione allargata sicuramente lodevole. Tuttavia, aprendo il suddetto capitolato, si apprende che, tra i requisiti richiesti per la partecipazione alla gara, occorre avere un fatturato
medio, dell’ultimo triennio, pari ad euro 300.000,00.
La motivazione per detto requisito, si legge sempre nel capitolato, è dovuta al rischio che uno studio sottodimensionato non abbia capacità e/o le strutture adeguate a garantire le attività oggetto della selezione.
Ora, avendo una simile preoccupazione, si sarebbe potuto optare per la previsione di un ATI tra professionisti, assolutamente in grado di garantire ai partecipanti capacità e struttura e a Cassa di pubblicare un Bando ineccepibile.
Invece no. Si è scelto come parametro quello reddituale.
Occorre a questo punto, e di nuovo, valutare con lucidità una questione che, oramai da tempo, pare essere il filo conduttore che lega indissolubilmente le trovate di CNF e Cassa. Sembra sfuggire alle nostre Istituzioni di categoria, che la capacità e la competenza di un professionista non sono legate al reddito e che, attualmente, la definizione di capacità imprenditoriale non si può usare per gli avvocati. Non si può essere imprenditori a seconda della bisogna e liberi professionisti allo stesso tempo, se non ci sono regole stringenti a regolare il mercato.

Bisogna poi fare attenzione anche quando si tira in ballo il concetto di “struttura”.

A quale struttura ci si deve riferire? A quella in uso in molti studi legali, ove una pletora di validi collaboratori lavorano al posto del titolare di studio, con retribuzioni non sempre eque? O a strutture in cui si adopera la buona prassi di non sfruttare il lavoro altrui? Questo il Bando non lo chiarisce. Eppure, nel settore degli appalti, l’offerta economicamente più vantaggiosa deve attenersi a criteri stringenti, vanno indicati esattamente il numero dei lavoratori in forza presso la società partecipante e la retribuzione di ciascuna unità lavorativa, perché l’offerta deve tenere conto delle spese vive che la società dovrà sostenere. Se si lucra sulla componente lavoro, va da sé che si falsa la concorrenza.
A ciò si aggiunga che Cassa conosce i redditi degli avvocati italiani.
Appare chiaro, dunque, che la partita, pur essendo rimessa ad un Bando, che ci risulta non era nemmeno conosciuto da alcuni delegati, si giocherà solo tra i soliti noti.
Il reddito, quale parametro di partecipazione, è illegittimo, perché discriminatorio, poiché, selezionando il professionista in base al fatturato, privilegia i più ricchi a discapito di chi ben potrebbe assicurare una consulenza ineccepibile, ma non può, perché non fattura certe cifre e non
è posto in condizione di partecipare, per esempio,attraverso la costituzione in ATI.
In casi come questi, infine ci si aspetterebbe una decisa presa di posizione del CNF, che però è ancora troppo occupato a legittimare se stesso.
E non si sono levate neppure le voci di OCF e dei CC.OO.AA. (che, in quanche caso, si erano fatti sentire per il bando ANAS).
Noi del C.N.A.F. , differentemente da chi si proclama rappresentante della categoria, senza aver mai ricevuto alcun mandato, siamo pronti a far eliminare certe patologie del sistema.
Se proprio Cassa, al netto delle risorse interne, necessita di una consulenza stragiudiziale per addentrarsi in certi ambiti finanziari ed intende pagarla con i soldi di tutta la categoria, sarà il caso di rendere effettiva la partecipazione di tutti gli avvocati alla gara proponendo criteri equi.
Avv. Anna Chiara Forte                                                     Avv. Luigi Maria Vitali
Componente Direttivo C.N.A.F.                                            Presidente Nazionale C.N.A.F.

Author: admin