Con regolarità intestinale giunge alla sera del sabato, puntuale quasi come un varietà, la diretta facebook dell’Avvocato degli italiani.
L’approccio è sin troppo noto, promettere, sorridere ed ancora promettere di tutto e di più sino a stringere all’angolo il più bravo dei piazzisti.
A giorni, è questione di ore, queste le risposte stampate come un cliscè che vengono offerte nella piena consapevolezza di non avere la cura e di poter solo accompagnare il malato nel suo ultimo viaggio.
Diceva Abraham Lincoln “Non dobbiamo promettere ciò che non dovremmo, per non essere chiamati a svolgere ciò che non possiamo”.
Mantenere le promesse è espressione della morale naturale, rappresenta una regola della convivenza civile valida per tutte le persone. Valorizza ed eleva l’uomo nella sua identità, dignità ed integrità, distinguendolo dagli ipocriti, dai falsi e dai simulatori.
L’uomo per bene onora sempre le promesse (promissio boni viri est obligatio) per lui questo è un imperativo che lo fa vivere bene con sé stesso e con gli altri.
La legge naturale fonda la sua validità sui principi fondamentali di tutti gli obblighi sociali e specialmente su quello della buona fede nel mantenimento dei patti, principio questo plasticamente racchiuso nel brocardo “Pacta servanda sunt“.
Ma questa è la visione di Aristotele, Platone e Seneca ovvero quella consacrata nella dottrina della “morale naturale” che si contrappone a quella dei sofisti, i quali riconoscono come unico diritto “per natura” quello del fisicamente più forte, dove il sostantivo natura è inteso come forza fisica istintiva (animalesca).
Alla storia il compito di verificare se il periodo appena trascorso sarà ricordato come le nuove idi di marzo, con gli italiani nel ruolo di Giulio Cesare e l’Avvocato degli italiani nel ruolo di uno dei venti senatori.
Sempre Vs e devoto
Grillo Parlante