“Il Diritto Creativo” e i quiz

In questi giorni si assiste in maniera prorompente ad un fenomeno: quello di utilizzare i social network, ed in particolare Facebook che certamente ha un numero di utenti maggiore, per esporre questioni professionali e fare domande tipo quiz televisivo per avere la soluzione perché studiare è noioso e, quindi, è più comodo chiedere l’aiutino a casa!

Il fenomeno, purtroppo, è davvero dilagante perché coloro che lo alimentano sono dei professionisti. Ed infatti, il fenomeno è allarmante perché al gioco a quiz vengono posti quesiti e domande inerenti una professione intellettuale, per la quale – lo sappiamo bene – è richiesta non solo una cultura generale, bensì e soprattutto una cultura specifica nell’ambito di riferimento che la si acquisisce all’università o almeno in quella sede e in quel periodo la si dovrebbe aver acquisita, perché quando si conclude un percorso universitario (qualunque esso sia) si dovrebbe essere in grado di mettere in pratica tutto ciò che si è studiato, e soprattutto si dovrebbe essere in grado di mettere in pratica un metodo acquisito durante il ciclo di studi.

Al contrario, si assiste ad uno spettacolo davvero molto diverso, perché non solo ci si rende conto attraverso il confronto che molto spesso l’interlocutore non ha studiato quando avrebbe dovuto farlo, ma che nemmeno dopo ha colto l’occasione per farlo, tanto (si pensa) ci sono i vari gruppi su Facebook, ci sono i vari amici/colleghi a cui possiamo chiedere lumi e farci avere l’aiutino – come quello che da casa – per risolvere la questione.

Tuttavia per partecipare ad un quiz basta certamente quella che si chiama “la cultura generale” (che per definizione vuole indicare la conoscenza di un’ampia gamma di argomenti, senza tuttavia una specifica preparazione al riguardo), la quale serve sicuramente a tutti e a tutti i livelli e la si acquisisce attraverso gli insegnamenti ricevuti alla scuola elementare, poi alla scuola media, ma la stessa si consolida con la lettura, oppure attraverso le proprie esperienze ed è sicuramente importante se si vuole prendere parte ad un quiz televisivo in cui vi sono domande a risposta secca su geografia, storia, letteratura curiosità e via discorrendo.

Nell’esercizio delle professioni (come quella di avvocato) invece non è affatto così e non potrebbe essere affatto così. Ed infatti, per esercitarla questa professione è richiesta una cultura specifica (ovvero un titolo) che ti impone di studiare le norme e di interpretarle, perché come si potrebbe pensare di tutelare un qualsiasi diritto se non si conoscono quali diritti vengono tutelati nel nostro ordinamento? Come si può pensare di andare su un gruppo a raccontare letteralmente di questioni inerenti la professione (in barba, dunque, al dovere di riservatezza sancito peraltro in una norma del codice deontologico che non si è ovviamente studiato!) perché si vuole avere la risposta al quesito per poi apparire bravi agli occhi dei propri clienti?

In molti casi peraltro si assiste ad una travisamento delle norme che nemmeno il più abile scrittore di fantasia sarebbe in grado di fare!

L’unica speranza che abbiamo è quella che si colga in questo periodo (avendo più tempo per farlo) l’occasione di recuperare il tempo non dedicato allo studio quando ne abbiamo avuta la opportunità, ma poi penso che – in realtà – per molti, ma per fortuna non per tutti, avere più tempo è solo una occasione in più per proporre in questi gruppi molte più domande e giocare al gioco a quiz!

Non dimenticherò mai, tra i tanti insegnamenti ricevuti dal mio dominus, quello che, in queste situazioni, chiamava “il diritto creativo” ovvero quel fenomeno per cui ci si inventa istituti che non esistono, si interpretano norme a proprio piacimento e non si ha uno straccio di giurisprudenza che segue il tuo discorso E diceva: “forse perché di giuridico ha ben poco?

Nella sua leggerezza, garbo e quasi simpatia, quel discorso era di un tale impatto che ti lasciava un segno per cui dovevi per forza cambiare rotta ed io – spero – di averlo fatto!

AVANTI UN ALTRO (che non è solo il quiz che va in onda su canale cinque tutti i pomeriggi) ma è l’amara consapevolezza che tra qualche minuto o al massimo nel giro di poche ore, ci sarà qualcuno che vorrà giocare di nuovo al gioco a quiz scrivendo su Facebook!!!!

Noi ci siamo!

Eugenia Acquafredda

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