E’ primavera svegliatevi bambine… anche con le mascherine.

La primavera è arrivata non c’è dubbio. L’aria è più calda, le giornate si sono allungate, i mandorli sono in fiore e le allergie danno il loro meglio… Ma è ovvio chiedersi, da parte di tutti ed anche da parte di noi avvocati, cosa ci attendiamo da questa stagione con una mascherina sul viso ed una bottiglietta di disinfettante nella borsa.

Riprenderà o meno la grande bagarre delle udienze oppure dovremo ancora aspettare?

Le udienze in remoto, a modestissimo parere di chi vi scrive, sono inutili, almeno nel processo civile, quanto non praticabili, come anche l’ipotesi di tornare in aula di udienza, a patto che si tuteli la salute della nostra fortunata categoria.

L’attività di udienza, infatti, può essere temporaneamente sostituita da un deposito telematico dei relativi atti, almeno in sede civile, ove, in una struttura del tutto disorganizzata della macchina giudiziaria, sarebbe del tutto impensabile l’utilizzo dei collegamenti in remoto.

Purtroppo, le parole sono belle e tante, ma si deve anche sbattere il muso contro la dura realtà dei nostri tribunali, che sicuramente non è migliorata a causa dell’attuale emergenza sanitaria. I mezzi posti dal Ministero nelle mani dei pochi cancellieri volenterosi e preparati, sono appunto pochi ed obsoleti.

I magistrati, da parte loro, stanno bene come stanno, senza alcuna pressione addosso e liberi di rinviare le cause a babbo morto, ove questo sia loro concesso.

In un sistema giudiziario ove il protocollo di udienza, nel tempo, è stato sempre sistematicamente disatteso, dalla magistratura in primis, ci si vuole affidare integralmente al sistema informatico… si avrebbe la stessa possibilità di successo del consegnare le chiavi della cintura di castità di una vergine in mano al Rocco nazionale.

Altra ipotesi: svolgere le udienze in totale sicurezza per la salute dell’utenza.

Parliamo di strutture, quelle giudiziarie, le quali, tranne qualche rarissima eccezione, non hanno mai brillato per la loro pulizia e per la loro manutenzione…

Di questo parlano i bagni del nostro Tribunale, almeno quelli aperti ai comuni mortali, cronicamente senza carta igienica e giocosamente colorati dai resti dei residui organici di chi ci ha preceduto, dalle dita di sivo presente sui tavoli delle nostre aule di udienza o dalle “caccole” ludicamente attaccate sotto gli stessi…

Ma superando, ipoteticamente, questi concreti problemi, e senza farci ammaliare dal fascino dei dispenser di gel disinfettante posizionati di recente al di fuori delle aule di udienza, il cui triste destino (vuoti o asportati) ormai è già certo, come si potrà mai regolamentare un ordinato afflusso della nostra mandria professionale negli uffici giudiziari e nelle aule di udienza?

La risposta è veloce e facile: non si può…

Rimasta, ovviamente, intoccabile la posizione del magistrato di turno, che verrebbe posto in una sicura teca di plexiglass tipo il santo martire di turno, come potremmo NOI gestire civilmente e fattivamente la cosa?

La cosa sarebbe del tutto inattuabile e dannosa per la salute di tutti noi.

Ergo, io dico alla bambina… svegliati, metti la mascherina e resta a casa, che è meglio…

Pier Carlo Di Bari

 

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