E’ notizia fresca di “stampa” l’adozione da parte del COA Bari della delibera datata 14 luglio 2020, relativa all’erogazione di 10.000 euro all’Università degli Studi di Bari per consentire la pubblicazione di “Scritti in memoria del Prof. Cipriani”. Ora, senza voler togliere alcunchè alla preziosa e stimata figura del Professor Franco Cipriani, tale delibera, in questo delicato momento storico, appare quantomeno inopportuna e, anzi, a voler calcare la mano, appare un’offesa nei confronti di tutti quegli iscritti che si trovano ad affrontare situazioni ben più concrete e rilevanti. Ci si aspettava dal nostro COA un impegno più pragmatico o, perlomeno, una parvenza di vicinanza alle problematiche che affliggono, oggi, l’Avvocatura barese. Ma così non è stato: stanziare un importo così rilevante per una questione di secondaria importanza (in questo momento) dimostra come il COA sia anni luce lontano dai propri iscritti. Troppo facile promettere caramelle in vista delle elezioni, troppo comodo utilizzare il denaro degli iscritti senza che questi possano avere voce in capitolo, troppo “pilatesco” ignorare le lagnanze che in ogni dove vengono esternate e che riguardano una categoria, quella degli Avvocati, la quale merita massimo rispetto e maggiore dignità e che, invece, non riceve né rispetto né dignità neanche dai propri Colleghi.
E’ di poco tempo fa il rammarico esternato dal nostro Presidente Stefanì in merito a mancate e concrete risposte su come si è inadeguatamente risposto all’emegenza Covid e alla paralisi della Giustizia in Italia, ma nello specifico, nel nostro Foro. Diverse sono state le iniziative, più o meno partecipate, adottate dagli iscritti e dal COA al fine di trovare soluzioni alle problematiche causate dal Covid, ma, fatte salve piccole forme di protesta ed una scarsa presenza dei Colleghi alla manifestazione del 23 giugno, allo stato, nulla appare cambiato. Altri COA, uno fra tutti, quello dei Colleghi Romani è sceso numeroso in piazza per lamentare la paralisi della Giustizia e trovarvi soluzioni. Lo stesso COA di Roma ha consentito ai propri iscritti di sottoporsi gratuitamente a test sierologici positivi Covid -19.
Non ci si aspettano iniziative eclatanti o erogazioni di danaro, ma un punto si ritiene fondamentale: non si offende in questo modo la dignità di una categoria che sta attraversando una delle più gravi crisi degli ultimi vent’anni; ciò che ha deliberato il nostro COA è sintomo di indifferenza e pressapochismo. Ricordiamocelo alle prossime elezioni forensi, perchè sono finiti i tempi in cui ci si accontenta di pacche sulle spalle e di sorrisi sornioni, ora è giunto il tempo di dimostrare quello spirito di colleganza e di solidarietà che, insieme alle regole di lealtà, correttezza e trasparenza, un Avvocato è tenuto ad osservare.
Antonella Labianca