Mio poco simpatico Criticone,
ho atteso qualche giorno prima di scriverti e ciò nel consapevole desiderio di trovare le parole giuste – e non le Tue colte metafore – per rappresentare tutto il mio personale rammarico per le feroci ed inopportune critiche che hai esternato.
Dimmi di grazia, ma Tu, chi ti credi di essere.
Ti ritieni forse un Giudice? Pensi di essere depositario della verità?
E poi, di quale verità parliamo? La Tua forse ?
Senti un po’ novello don Chisciotte non ti sarai convinto di essere un cavaliere errante?
Ti svelo un segreto, gli eserciti che Tu affronti sono delle greggi di pecore, i demoni, invece, degli innocui burattini.
Risparmia quindi le erudite metafore per ben altre situazioni;
Qui nessuno violenta la propria intelligenza, piuttosto ne fa un utilizzo saggio, calcolato e puntuale ponendo quale obiettivo non la vanagloria – come Tu molto ingenuamente sostieni – quanto piuttosto il metodico perseguimento di personalissimi interessi.
Consentimi, mio ingenuo Criticone, qui richiamare un aforisma di Lepoldo Longanesi il quale, a mio incontrovertibile pensiero, costituisce l’icastica raffigurazione del naturale stato delle cose:
“La nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta: Ho famiglia”
Ti saluto con una riflessione: “è ragionevole ritenere che il cervello all’ammasso sia quello di colui il quale pensa di fungere da catalizzatore, da faro, da mentore?
Possiamo pensare che Egli sia solo il mezzo attraverso il quale si perseguono obiettivi personali ? “
Sempre Vostro devoto
Grillo Parlante